Il 4 ottobre 1917, nella provincia di Ñuble, Cile, nacque Violeta Parra del Carmen Sandoval, una delle voci più profonde e influenti dei canti popolari latinoamericani.
Figlia di un insegnante di musica e di una sarta, Violeta si avvicinò fin da giovane alle tradizioni popolari della sua terra, dedicando gran parte della sua vita a preservare e valorizzare le canzoni e le storie delle zone rurali del Cile.
Attraverso i suoi viaggi, raccolse un immenso patrimonio culturale destinato all’oblio, immortalando circa tremila canzoni popolari nella sua opera “Cantos folklóricos chilenos”, pubblicata nel 1959. Il suo lavoro ha lasciato un segno indelebile nella cultura musicale cilena.
Oltre alla musica, Violeta si esprimeva anche attraverso altre forme d’arte, come la pittura, la scultura, il ricamo e la tessitura. I suoi arazzi, da lei stessa definiti “canzoni dipinte”, riflettono il profondo senso drammatico che caratterizzava la sua visione della vita. Questa poliedrica attività artistica la portò nel 1964 a esporre in una prestigiosa personale al Museo del Louvre di Parigi.
L’arte di Violeta Parra non fu solo un mezzo di espressione personale, ma anche uno strumento potente di denuncia delle ingiustizie sociali. Attraverso le sue opere, riuscì a dare voce alle lotte del popolo cileno, cantando le sofferenze, le speranze, ma anche la bellezza della natura e l’amore.
Tuttavia, la vita di Violeta fu segnata da tragici eventi, come la morte della figlia Rosita Clara, avvenuta quando la bambina aveva solo due anni, e da periodi di profonda depressione. Il 5 febbraio 1967, probabilmente a causa della fine della relazione con l’etnomusicologo svizzero Gilbert Favre, Violeta decise di togliersi la vita.
Il suo immenso lascito culturale continua a ispirare generazioni di artisti, rimanendo un punto di riferimento centrale nella tradizione musicale e artistica del Sud America.
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