La Camera dei Deputati ha approvato a maggioranza il disegno di legge 1660 del governo delle destre sulla sicurezza pubblica. Ora il provvedimento passa al Senato per la scontata approvazione. Si tratta di legge che trasuda l’identità del governo Meloni e della sua maggioranza. Un provvedimento autoritario, liberticida, classista, a tutela dei colletti bianchi e dei padroni e dell’ordine costituito, impregnato di radici fasciste.
Ancor più inaccettabile e incostituzionale se pensiamo che, contestualmente, stesso governo e stessa maggioranza costruiscono normativamente la progressiva impunità del potere e della classe dominante di cui si fanno garanti e portavoce. Basti pensare alla cancellazione dell’abuso d’ufficio, il potere impunito nei suoi abusi di potere.
Gli orrori giuridici della nuova legge sono tanti che possiamo solo limitarci ad elencarli sommariamente. Viene punita con una pena fino a 8 anni la rivolta passiva nelle carceri, la resistenza non violenta di fronte alle condizioni in alcuni casi disumane di taluni istituti penitenziari. Così come viene punita fino a sei anni la resistenza passiva degli immigrati nelle strutture di trattamento ed accoglienza dei migranti: che già non dovrebbero essere custoditi nei centri di detenzione amministrativa come se fossero incarcerati. Devono stare rinchiusi senza aver commesso un crimine e stare zitti e buoni nemmeno potendo fare sciopero della fame e della sete.
Viene previsto il carcere per blocchi stradali, ferroviari, marittimi e picchetti davanti alle fabbriche in modo da criminalizzare il dissenso e reprimere le forme di protesta, anche pacifiche, contro il sistema: dai cambiamenti climatici alle indegne condizioni di sicurezza in alcuni luoghi di lavoro, dalla guerra alla lotta alla mafia e alla corruzione. Pena fino a sette anni per chi, in condizioni di necessità, occupa una casa senza titolo, magari abbandonata, anche senza usare violenza. Anche chi non lascia una casa dopo una causa di sfratto.
Si aumentano in maniera considerevole le pene per danneggiamento in caso di manifestazioni. Si prevedono casi di Daspo, con divieto di partecipare a manifestazioni di natura pure politica e sindacale, nei confronti anche di chi è stato solamente denunciato e che non ha nessuna condanna. Si punisce l’accattonaggio per strada sino a sei anni di carcere: le sbarre per il povero che disturba la quiete delle persone. Poi una evidente disuguaglianza di postura penale per gli atti di violenza commessi ai danni o da appartenenti alle forze di polizia.
Si aumentano a dismisura le pene per i casi di resistenza nei confronti del personale di polizia, mentre si rafforzano attenuanti e casi di esclusione della pena quando l’abuso proviene da chi appartiene alle forze dell’ordine. Le pene sono ancora ulteriormente aumentate se i fatti di resistenza avvengono nel corso di manifestazioni per la realizzazione di opere pubbliche o infrastrutture strategiche: l’obiettivo è incarcerare per lungo tempo chi partecipa a lotte tipo no tav e no ponte.
Si prevede il carcere, come regola, per le donne incinte e con neonati, invece che gli arresti domiciliari o altre misure alternative. Si introducono norme tese ad equiparare come concorso nei reati di terrorismo anche la detenzione di materiale di propaganda, quindi anche solo scritti, testi, parole, pur se custoditi in casa. Per finire, solo per ragioni di spazio, al divieto di possedere cellulari da parte degli immigrati privi di permesso di soggiorno.
La colpa d’autore che introdussero il nazismo e il fascismo è il filo nero conduttore di una legge che puzza di fascismo e di bramosia di olio di ricino. Con il contorno politicamente nauseante che si definiscono anche garantisti: questi sono solo per l’impunità per il potere, ma butterebbero le chiavi delle carceri per criminali di necessità, immigrati, rom, dissenzienti, contestatori, gandhiani, palestinesi (nel Novecento gli ebrei), giovani, normali cittadini che protestano che li fanno passare per sovversivi e socialmente pericolosi. Per mettere ancora di più contro gli uni contro gli altri, pezzi di Stato che debbono ubbidire e il dissenso sociale tanto da spingerlo sempre di più verso l’estremismo.
La notte è lunga, la guerra permanente e la crisi del liberismo lasciano ipotizzare tempi bui. A chi non si piega all’abuso dei poteri non resta che l’uso di tutte le norme previste dalla Costituzione e così abbatteremo il sistema che diviene giorno dopo giorno sempre più un mostro.
L'articolo Il ddl Sicurezza è autoritario e liberticida: una legge che puzza di fascismo proviene da Il Fatto Quotidiano.