Ancora l'ombra del razzismo sul calcio regionale. A denunciare l'episodio è l'ISM Gradisca, attraverso il proprio presidente Stefano Forte: nel concitato finale del match dello scorso weekend fra la sua squadra e il Malisana, valevole per il campionato di Terza Categoria e terminato sul 2-3 per gli ospiti, un giocatore di casa - il centrocampista di origine africana Djibril Diallo Daouda, classe 2001, che era andato anche a segno - è stato bersagliato secondo la ricostruzione della società biancoblù dai banali, stupidi "ululati" che troppo spesso vengono rivolti a giocatori di colore.
"Ho visto uno, forse due tifosi ospiti saltellare sulle gradinate rivolgendo quei versi al nostro ragazzo - lo sfogo di Forte -. Una cosa indegna, inaccettabile. Questi comportamenti non possono essere tollerati e necessitano di una condanna chiara da parte di tutti. Facciamo tanto per creare una società rispettosa ed inclusiva ma ancora ci sono persone capaci di comportamenti del genere. Lo ammetto, ho faticato a trattenere la rabbia".
Il presidente del club gradiscano ha dichiarato che, sebbene l'ISM non presenterà un esposto agli organi federali, si sarebbe aspettato che l’episodio venisse documentato nel referto dell’arbitro. "La giustificazione è stata che il fatto è avvenuto fuori dal campo. Sono molto dispiaciuto. E comunque anche il nostro mister, in campo, è stato schernito con qualche epiteto poco simpatico a sfondo diciamo così territoriale. Così non si può andare avanti. Condanniamo con fermezza ogni forma di discriminazione e chiediamo rispetto per tutti, senza eccezioni. C'erano anche bambini sugli spalti che assistono e vivono lo sport come un momento di gioia e condivisione. Non possiamo permettere che questi episodi rovinino ciò che il calcio rappresenta".
Forte afferma di non avere ricevuto, a lunedì pomeriggio perlomeno, alcuna scusa dalla società del Malisana, eccezion fatta per un dirigente accompagnatore. "Anche questo fa male" sostiene.
In un momento in cui il calcio dovrebbe essere un veicolo di integrazione e rispetto, episodi come questo ricordano quanto lavoro ci sia ancora da fare per garantire un ambiente sportivo sicuro, rispettoso e privo di discriminazioni.
Il presidente del Malisana, Federico Turco, ha fatto sapere come "dal campo non ci siamo accorti di comportamenti discriminatori o razzisti. Se ciò è successo, lo condanniamo senza se e senza ma. In squadra abbiamo quattro tesserati di colore e nella nostra storia mai c'è stato spazio per episodi del genere".