Un poesia salverà il mondo. Ne è convinto Michele Bravi che ha messo al centro del suo “Tu cosa vedi quando chiudi gli occhi Tour” proprio l’arte poetica, citando sin dall’inizio i grandi della letteratura italiana come Giuseppe Ungaretti, Alda Merini e Giorgio Caproni.
Ieri sera agli Arcimboldi di Milano si è consumato un momento magico fatto di note, musica, ma anche di tante parole e ironia ed auto-ironia. Perché come dice Michele Bravi stesso è vero che lui “sparge tristezza con le sue canzoni”, ma è nella dimensione live che dona tutto se stesso, facendo conoscere a chi l’ascolta aspetti inediti di sé, del suo passato e del suo presente. Non è un caso che la scenografia ritrae i tetti di un palazzo parigino, le finestrelle stanno ad indicare gli occhi, le grate dell’anima. “Gli occhi delle persone sono il posto dove riesco poi a scrivere le canzoni. – ha affermato Beavi – Immagino gli occhi come fossero finestre, dove ti affacci. Ho voluto dedicare i miei occhi allo sguardo delle persone”.
Proprio tra le anime Bravi dribbla con le sue canzoni e si rivela un pifferaio magico, pronto sempre ad affascinare. Insomma siamo davanti forse al suo spettacolo più maturo. In scaletta non mancano i successi come “La vita breve dei coriandoli”, “Il diario degli errori” e “La vita e la felicità”. In mezzo ci sono gli omaggi ai poeti della musica come Ivano Fossati con “C’è tempo” e “La canzone dei vecchi amanti” di Franco Battiato.
“Questo spettacolo lo dedico all’ultimo disco ‘Tu cosa vedi quando chiudi gli occhi’ – ha affermato il cantautore sul palco -, ma anche a tutti quelli che si sono dimenticati di essere poeti. A scuola insegnano la poesia è un componimento che può fare rima o non rima, può focalizzarsi su poche o tante parole. ‘Il poeta mette le parole sul foglio’, ma non sono stato mai d’accordo con questa definizione”.
E infatti rivela un piccolo aneddoto: “Quando ero ragazzino ero molto goffo e chiuso rispetto al mondo. Allora si usavano i foglietti protocollo. Così in uno di questi ho iniziato a scriverne la prima poesia che era dedicata a Gesù. Per me era veramente un modo per dialogare con il mondo e cambiarlo. Poi dite perché ero un ragazzo solo (ride, ndr). Non so cosa ho scritto a Gesù, ma ero convinto che si potesse cambiare il mondo. Oggi non credo che la poesia cambi il mondo, ma cambia come le persone guardano, cambia il loro respirare e il vivere nel mondo, anche dando spazio a un po’ di sana poesia. Quindi diamo spazio alla poesia interiore”.
Il tour prosegue a Pistoia il 4 ottobre per poi concludersi al Teatro Sistina il 14 ottobre. Poi, forse, sarà il tempo per pensare al ritorno in grande stile al Festival di Sanremo 2025. L’ultima partecipazione risale al 2022 con “Inverno dei fiori”.
LA SCALETTA – Intro 1. Mantieni il bacio 2. Leggi dell’Universo 3. Viaggio nel tempo 4. Umorismo Italiano 5. Se ci guardassero da fuori 6. Mi sono innamorato di te 7. Inverno dei fiori 8. C’è tempo 9. Malumore francese 10. Maneggiamo con cura 11. Odio 12. La vita breve dei coriandoli 13. Sporchissima poesia 14. La canzone dei vecchi amanti 15. La vita e la felicità 16. Solo per un po’ 17. Infanzia negli occhi – Medley: Per mei sei importante / Diamanti / Storia del mio corpo / Atlante degli amanti / Ricordami / Il diario degli errori
L'articolo “A Gesù Cristo ho dedicato la prima poesia che ho scritto. Così volevo cambiare il mondo”: Michele Bravi, il pifferaio magico della musica a teatro proviene da Il Fatto Quotidiano.