Dopo lo stop all’operazione del maxi polo logistico da 500 mila metri quadrati previsto lungo la Jesolana, i privati passano al contrattacco con tre diversi ricorsi al Tar.
Nell’aprile scorso, dopo una lunga fase di stallo e incertezze, la giunta guidata da Stefania Golisciani aveva di fatto archiviato il progetto deliberando l’improcedibilità del piano. Ora le motivazioni di quella decisione finiscono sotto la lente dei giudici del tribunale amministrativo regionale.
Nelle scorse settimane i tre ricorsi sono stati notificati all’ente, che il 12 settembre ha deciso di resistere in giudizio incaricando l’avvocato Antonio Pavan.
Dietro alla proposta di realizzare un grande polo a servizio della logistica si erano coagulate, non sempre in maniera armoniosa, diverse società legate in particolare ai proprietari delle aree coinvolte.
L’eventuale realizzazione del maxi polo andrebbe di fatto a unificare l’area produttiva di Quarto d’Altino, lungo l’A4, con quella a est di Casale.
Nella cordata troviamo la società Immobiliare Quadrifoglio, del gruppo Grigolin, che è titolare del 18% delle aree e ha depositato una propria opposizione patrocinata dallo studio legale Mda.
Ci sono poi le società Al Mulino (titolare del 9% delle aree) e la Parco Tematico che affidandosi al medesimo studio legale hanno presentato un secondo ricorso.
La terza impugnazione è stata avanzata congiuntamente dalla Stf, dalla International Spc e dalla Due. La prima di questo trio è una società, amministrata da Enzo Zugno (immobiliarista trevigiano artefice dell’intera operazione), il cui nome completo è: Società Trevigiana Finanziaria Immobiliare e di Partecipazione srl. La Stf detiene il 37% dei terreni, ma nel frattempo sono stati pignorati (finiranno all’asta per la quarta volta il prossimo 18 settembre).
La International Spc e la Due, costituite più di recente, fanno riferimento all’imprenditore di Reggio Emilia Giorgio Valeriani.
Queste due società avrebbero dovuto subentrare al Centro Fornaci e acquisire il 30% dei terreni ma l’affare non si è concluso positivamente ed è al centro di un’ulteriore contesa in tribunale. Questo terzo ricorso porta la firma dall’avvocato Elisa Valeriani, figlia di uno dei titolari.
La mossa dei privati non è una sorpresa: trattandosi di un’operazione tanto rilevante dal punto di vista economico quanto complessa sul profilo amministrativo, in molti si aspettavano questa reazione dopo l’archiviazione del piano.
«La posizione del Comune» sottolinea la sindaca Stefania Golisciani, «non è mutata nel corso degli anni ed è sempre stata chiara: favorevoli al progetto, a due condizioni imprescindibili, l’assenso di tutti i soggetti coinvolti e la disponibilità da parte dei proponenti di tutte le aree interessate. Condizioni che i privati avevano condiviso e su cui si erano impegnati, ma che non si sono concretizzate. Ora nei testi dei ricorsi le società ricorrenti tentano di imputare all’amministrazione la responsabilità del naufragio del loro progetto imprenditoriale quando, addirittura, una parte importante dell’area rientrante nel perimetro del Parco tematico risulta pignorata. Cercano di addossare al Comune la loro incapacità di mettersi d’accordo e di adempiere a quelle condizioni che loro stessi si erano impegnati a realizzare. È inaccettabile. Affrontare tali ricorsi», conclude Golisciani, «costringe il Comune a impegnare su questo procedimento risorse pubbliche, che invece potrebbero essere utilizzate per dare risposte alle reali esigenze dei cittadini. Ulteriormente deplorevole è il fatto che tali istanze vengano promosse da soggetti, alcuni dei quali hanno importanti posizioni debitorie tributarie aperte nei confronti del Comune».
Il riferimento è alla voragine milionaria dell’Imu che riguarda quegli stessi terreni.