PAVIA. Pavia per due giorni (mercoledì 11 e giovedì 12 settembre) è il centro della ricerca italiana sulle malattie infettive emergenti. In Università si sono riuniti oltre 400 scienziati provenienti da più 60 enti scientifici. L'occasione è il secondo meeting annuale della Fondazione Inf-Act, che coordina un ambizioso progetto di Partenariato Esteso PNRR del Ministero dell'Università e della Ricerca sul tema delle malattie infettive emergenti.
«Solo negli ultimi mesi abbiamo letto notizie su focolai epidemici di vaiolo delle scimmie, malaria, influenza aviaria, peste suina, Zika, Dengue e West Nile. Non dobbiamo allarmarci, ma è necessario affinare gli strumenti di difesa - sottolinea Federico Forneris, presidente della Fondazione Inf-Act -. In questo convegno abbiamo l'opportunità di confrontarci sulle più interessanti frontiere della ricerca, dall'impiego delle alghe per somministrare i farmaci, alla condivisione delle banche dati di ricerca, dalla scoperta degli effetti di famiglie virali finora trascurate, allo studio dei fagi ingegnerizzati quali vettori per i farmaci, fino ai nuovi network per lo studio della resistenza agli insetticidi».
In due anni di lavoro, il Partenariato Esteso INF-ACT ha ottenuto successi su molti fronti, accrescendo la capacità di interagire tra gruppi con competenze diverse. Oggi ci sono oltre 700 ricercatori impegnati su questo tema in Università pubbliche e private, aziende ospedaliere, società scientifiche, enti privati di ricerca, aziende e start-up. «Stiamo formando una nuova generazione di microbiologi, infettivologi, veterinari, genetisti, igienisti, matematici, medici a cui dare un lessico comune necessario per creare reti collaborative - aggiunge Forneris -. Abbiamo assunto decine di giovani ricercatori che hanno capito l'importanza del lavoro: loro, presto, saranno pronti per il cambio generazionale».