CHIVASSO. È stato accompagnato in carcere dai carabinieri della Compagnia di Chivasso, Sudais Konatè, 37 anni, che aveva cercato di avvicinare per l’ennesima volta Clara Marta, 55 anni, consigliera comunale di Forza Italia, ex candidata sindaca e Consigliera metropolitana. La procuratrice di Ivrea, Gabriella Viglione, sottolinea che «tutte le volte che c’è stata una segnalazione è seguito un aggravamento di misura cautelare, dopo aver eseguito le opportune verifiche». Quella emesso dal gip Fabio Rabagliati il 6 settembre, su richiesta della pm Giulia Nicodemi, infatti, era la terza misura richiesta dalla procura. I magistrati stanno indagando su come Konatè possa aver eluso la misura del braccialetto elettronico. Perché quella sera, a San Raffaele Cimena quando si è avvicinato di nuovo a Marta, non lo indossava. E ora bisogna capire se c’è stato un malfunzionamento.
Adesso il 37enne è in carcere per stalking. A raccontare tutta la vicenda era stata la stessa Clara Marta, con una lunga lettera ai giornali. «Mi chiamo Clara Marta - aveva scritto -, e oggi mi rivolgo a voi con il cuore afflitto, segnato da un dolore che non avrei mai immaginato di dover affrontare. Sono una donna, una madre, e una moglie che ha visto la sua vita trasformarsi in un incubo, un incubo fatto di paura, angoscia e solitudine. Questo incubo è iniziato un anno fa e da allora non ha più lasciato la mia esistenza. Vorrei condividere la mia storia, perché nessuno dovrebbe mai affrontare un’oscurità così profonda in solitudine».
I fatti iniziano nel 2017, quando era assessora al commercio del Comune di San Raffaele. «Piena di entusiasmo e determinazione, ho partecipato a un progetto di integrazione - ha spiegato -. Credevo profondamente nella possibilità di costruire un ponte tra culture diverse, offrendo una nuova vita a chi scappava da situazioni disperate. Accettai di partecipare ai corsi di insegnamento della lingua italiana con gioia, certa che l’educazione fosse la chiave per un futuro migliore. Ma mai avrei immaginato che quel gesto di solidarietà potesse portarmi a vivere il dramma che sto affrontando oggi. Tra i migranti c’era Sudais, un giovane che si distinse per la sua intelligenza e voglia di apprendere. Iniziò una relazione con la figlia di un insegnante del Liceo Newton e, al termine del progetto, si trasferì a Milano con lei. Sembrava che tutto stesse andando per il meglio, ma poi la mia vita è stata stravolta».