Meno di venti giorni all’inizio del campionato di A2, l’Apu continua nel suo percorso di preparazione fra allenamenti, partite amichevoli e tornei, conscia che si farà sul serio sin dall’inizio, con sei turni da disputare nel giro di sole tre settimane.
Facciamo quindi il punto della situazione assieme a Andrea Gracis, alla sua seconda stagione come direttore sportivo bianconero.
Gracis, anche il Memorial Pajetta è in archivio. Come procede la crescita della nuova Apu?
«Sono soddisfatto di quello che vedo, c’è un bell’atteggiamento da parte di tutti. Anche l’approccio ad allenamenti e partite è quello giusto. Abbiamo passato la metà dei quaranta giorni di preparazione atletica, siamo ancora “work in progress”. Rispetto all’anno scorso forse siamo un po’ indietro per quanto riguarda la costruzione della squadra. Nulla di cui preoccuparsi, è una cosa normale perché un anno fa avevamo due playmaker italiani, stavolta invece abbiamo Hickey che deve prendere possesso della squadra, integrarsi con i compagni e capire cosa gli chiede il coach. Il ruolo di playmaker è delicato, gli viene richiesto di giocare e far giocare il team. Per Caroti, che conosce già squadra e tecnico, è sicuramente più semplice».
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Fisicamente come sta la squadra?
«Il ritiro a Malborghetto è stato ottimo, ci è servito anche perché in città il gruppo ha fatto fatica a causa del gran caldo. I carichi dell’importante lavoro svolto in ritiro si sono riflessi sul Memorial Pajetta, dove la squadra non è stata brillantissima, non sempre c’è stato un livello adeguato di energia. Tutto, comunque, fa parte di un percorso di crescita, staff e squadra lavorano bene e io sono fiducioso di vedere un’ulteriore crescita nel periodo da qui a inizio campionato».
Che idea si è fatto dei nuovi arrivati?
«Positiva, perché come dicevo prima hanno un atteggiamento importante e grande disponibilità verso allenatore e compagni di squadra. È chiaro che la risposta al lavoro è soggettiva, qualcuno è più avanti e qualcun altro invece meno, ma da adesso in poi si cercherà di portare tutti allo stesso livello per arrivare a una condizione omogenea in coincidenza con la prima giornata di campionato».
Di quest’Apu, e in particolare del pacchetto lunghi, si dice che è vecchia. Lei cosa risponde in merito?
«Ognuno può avere la propria opinione. Se parliamo dei lunghi io dico che Bruttini finora ha fatto vedere cose buone, bisogna andare oltre la carta d’identità. Pini si è visto meno, prima per l’attacco febbrile, poi per l’affaticamento muscolare che gli ha impedito di giocare il Memorial Pajetta. Guardando al roster completo sostengo che non siamo affatto una squadra vecchia, a fine settembre saremo pronti per un campionato lungo, con una buona preparazione fisica che ci consentirà di essere competitivi ad ogni partita che andremo ad affrontare».