Titolo a effetto e paginata de La Stampa. “Meloni teme complotti e fughe di notizie. Via la polizia dall’ufficio di Palazzo Chigi”. Il quotidiano torinese oggi dedica una paginata a una notizia smentita categoricamente dal governo. Dopo il caso Sangiuliano – sostiene il quotidiano su basi di ‘due fonti’ del Palazzo – avrebbe chiesto di avere al piano solo la sua scorta. Insomma la premier vorrebbe eliminare gli agenti che stazionano in borghese al piano per controllare chi entra e chi esce dal suo ufficio (nello stesso piano si trovano gli uffici del capo della segreteria Patrizia Scurti, dei sottosegretari Mantovano e Fazzolari, e del capo ufficio stampa Fabrizio Alfano).
Tutto falso. “È priva di fondamento la notizia secondo la quale sono state date nuove disposizioni alle forze di polizia presenti a Palazzo Chigi nei confronti delle quali la presidente del Consiglio da sempre ripone piena e totale fiducia. Non è cambiato nulla. La Polizia rimane quindi al primo piano. E non cambia il dispositivo di sicurezza”.
In una nota Fabrizio Alfano smentisce l’articolo apparso su La Stampa. E aggiunge: “L’unica variazione che potrebbe aver innescato questa assurda ricostruzione è il fatto che il presidente del Consiglio ha fatto presente al direttore dell’ispettorato di Palazzo Chigi di rivalutare la presenza di un agente di polizia destinato esclusivamente agli accompagnamenti in ascensore. Mai un ordine di servizio è stato emesso al riguardo: smentisco categoricamente”. La sicurezza al primo piano – conclude il capo ufficio stampa – rimane quindi affidata agli agenti dell’ispettorato di polizia di Palazzo Chigi.
Ma per la sinistra è un’occasione molto ghiotta per sciacallare e accusare la premier di non fidarsi degli agenti. Apre le danze Matteo Renzi, che smania per accreditarsi al Nazareno come un fidato e affidabile avversario del governo. “Togliere gli agenti di polizia dall’ascensore dedicato del premier è un atto gravissimo. Dimostra che Giorgia Meloni non si fida della Polizia di Stato”, scrive su X. ” Offro la mia solidarietà alle donne e gli uomini della Ps che hanno sempre lavorato con professionalità e il cui rigore viene messo in discussione da una presidente del Consiglio che tra un complotto e l’altro continua a vedere i fantasmi e a non occuparsi degli italiani”. Così il leader di quel che resta di Italia Viva sui social molte ore dopo la smentita di Palazzo Chigi.
Segue un tam tam di comunicati copia e incolla di una sinistra che oggi si scopre paladina a oltranza delle divise, in altre occasioni definite manganellatori di professione. Si tutta nella polemica anche Deborah Serracchiani. “Parlate tanto e siete tanto preoccupati delle forze dell’ordine e poi apprendiamo dalla stampa che addirittura la presidente del Consiglio Meloni le considera degli ‘spioni’ e allontana la Polizia a sicurezza del suo ufficio a Palazzo Chigi perché non si fida. E forse le andrebbe spiegato meglio il ruolo che con orgoglio e responsabilità svolge la Polizia”. Identico il refrain del dem Matteo Mauri, ex viceministro all’Interno. “Il presidente del Consiglio dimostra di non fidarsi della polizia italiana. Questo è un fatto di estrema gravità, considerando che quegli agenti hanno sempre avuto il compito di garantire l’incolumità di chi ricopre temporaneamente questa carica istituzionale”.
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