La Germania tira dritto e vara la prima stretta sui migranti: da lunedì 16 settembre vengono rafforzati i controlli temporanei a tutte le frontiere interne. Berlino ha già avvisato la Commissione Ue, visto che la misura implica una sospensione dell’accordo di Schengen sulla libera circolazione. Dopo l’attentato di Solingen – il 24 agosto un siriano affiliato all’Isis ha ucciso tre persone con un coltello – e l’ascesa dell’estrema destra di AfD alle elezioni in Turingia e Sassonia, il governo di Olaf Scholz ha deciso la linea dura contro l’immigrazione irregolare. Un messaggio soprattutto politico, che però avrà delle conseguenze in tutta Europa.
Nell’ottobre scorso la Germania aveva già ripreso i controlli alle frontiere con Svizzera, Repubblica ceca e Polonia per fermare i flussi di migranti. Ora la decisione presa dalla ministra dell’Interno, Nancy Faeser, allarga il raggio di azione a tutti i confini: “Vogliamo ridurre ulteriormente l’immigrazione irregolare. Per questo ho ordinato controlli a tutte le frontiere terrestri tedesche. L’inizio è previsto per il 16 settembre e la durata iniziale è di sei mesi“. “Stiamo rafforzando la sicurezza interna attraverso azioni concrete“, ha detto ancora Faeser. Si tratta di una mossa dal forte impatto simbolico, più che pratico.
L’obiettivo del governo tedesco è aumentare i respingimenti delle persone in cerca di protezione che entrano illegalmente in Germania. Secondo Der Spiegel e Bild, a Berlino ci si è convinti che è necessario per ridurre l’onere complessivo persistentemente elevato che grava sul Paese. Il governo ha ora “sviluppato un modello per respingimenti efficaci e conformi al diritto europeo“, hanno affermato gli ambienti governativi. Attualmente i respingimenti alle frontiere terrestri tedesche si verificano solo in determinati casi: se qualcuno è soggetto a un divieto d’ingresso o non presenta domanda di asilo. Secondo il ministero degli Interni, da ottobre sono state respinte più di 30mila persone. A metà ottobre 2023 Faeser ha ordinato controlli stazionari ai confini con Polonia, Repubblica Ceca e Svizzera. Tali controlli, giustificati dalla migrazione irregolare, sono in vigore al confine terrestre austro-tedesco da settembre 2015.
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