La Francia ha avuto il segnale da Macron, dopo due mesi dalle elezioni politiche. Michel Barnier, repubblicano, ex commissario europeo, è stato designato primo ministro; l’Eliseo estrare dal cappello il “coniglio” tanto atteso. C’era un nome nuovo come possibile Matignon e stavolta Barnier ha superato tutti.
Secondo quanto riportato da Le Figaro, il Presidente della Repubblica ha avviato un nuovo ciclo di consultazioni con i gruppi parlamentari dell’Assemblea Nazionale per testare il nome di Michel Barnier per la carica di Primo Ministro.
Sempre secondo Le Figaro, il presidente del Senato Gérard Larcher è stato consultato da Emmanuel Macron e si è detto favorevole a Michel Barnier.
73 anni, repubblicano, ministro degli esteri con la presidenza di Chirac, Michel Barnier è stato commissario europeo dal 2009 al 2014 con la delega al mercato interno e ai servizi finanziari. Dal 2016 al 2021 è stato incaricato da Bruxelles di seguire le procedure per l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea.
I suoi rapporti con Macron sono stati spesso complicati. Prima delle presidenziali del 2022 usò parole di fuoco contro l’attuale Capo di Stato: “Il nostro Paese non è stato governato bene. Il fallimento del Presidente uscente è evidente. Emmanuel Macron ha governato il nostro Paese, dentro e fuori, in modo solitario e arrogante”, disse all’epoca.
Il fronte della sinistra è spaccato e Macron sta cercando di prendere i socialisti per inedia. Restavano in piedi le ipotesi Cazeneuve e Bertrand, prima della scelta di Barnier, ma sembra ormai sicuro che La France Insoumise verrà tenuta fuori dalla nuova maggioranza. Per questo il suo leader, Melènchon, continua la raccolta di firme per le dimissioni di Macron e annuncia un sabato caldo, con la manifestazione pubblica del 7 settembre che sarà esclusivamente una protesta contro l’Eliseo e il suo padrone di casa. Ora Macron dovrà trovare i voti in Parlamento.
L'articolo Francia, Macron nomina il repubblicano Michel Barnier primo ministro: ora si cerca la maggioranza sembra essere il primo su Secolo d'Italia.