Annullare la nomina di Francesco Curcio a procuratore capo di Catania, “poiché la votazione è stata inficiata dalla lesione del diritto alla sottoscritta di partecipare alla seduta e far valere il proprio voto”, in quanto “terrorizzata, forzata e violentata psichicamente“. È la clamorosa richiesta avanzata al Consiglio superiore della magistratura da Rosanna Natoli, la consigliera laica di Fratelli d’Italia travolta dallo scandalo per aver incontrato in privato, da componente della Sezione disciplinare, una giudice sotto processo proprio di fronte a quel collegio, affermando di essersi interessata al suo caso perché “amica degli amici” (l’audio). Natoli, vicinissima al presidente del Senato Ignazio La Russa, finora è rimasta aggrappata alla poltrona nonostante il pressing per farla dimettere arrivato direttamente dal capo dello Stato Sergio Mattarella, presidente di diritto del Csm. E ora, al ritorno delle ferie, passa addirittura al contrattacco, dipingendosi come vittima di un ricatto da parte dei togati progressisti di Area e Magistratura democratica per non partecipare al plenum che doveva scegliere il capo dei pm etnei, andato in scena a metà luglio, negli stessi giorni in cui è esploso il caso che la riguardava. In una lettera depositata mercoledì alla Segreteria generale di palazzo Bachelet, l’avvocata siciliana chiede al vicepresidente Fabio Pinelli, al Comitato di presidenza e agli altri consiglieri l'”annullamento e/o revoca in autotutela delle delibere trattate durante il plenum del 17 luglio 2024, e in specie della delibera di conferimento dell’ufficio direttivo di procuratore di Catania al dott. Curcio, confidando che per il futuro la sottoscritta, eletta, si sottolinea, dal Parlamento in seduta comune, possa esercitare le proprie prerogative consiliari libera da qualsivoglia condizionamento esterno e da atti ostruzionistici sperimentati nelle precedenti consiliature”.
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L'articolo “Terrorizzata e violentata psichicamente per non farmi votare”: ora Natoli chiede al Csm di annullare nomina del procuratore di Catania proviene da Il Fatto Quotidiano.