È un cerchio che si chiude. E non è solo quello della vita e della morte con le 100 bare che da venerdì 6 settembre prossimo saranno visibili all’interno del Salone di Palazzo della Ragione con l’installazione “Ex It” di Yoko Ono. È proprio il cerchio di una storia che riguarda la stessa artista novantenne, moglie di John Lennon, che concepì questa performance (che nel frattempo ha fatto il giro del mondo) proprio in quel Salone trent’anni fa. E grazie a un equivoco.
Lo racconta lei stessa nella presentazione della mostra: «Ebbi l’occasione di visitare Padova, in Italia. Mi accompagnarono in un antico palazzo in pietra, costruito molti secoli fa: Palazzo della Ragione, edificato nel 1218 – ricorda Yoko Ono – Senza darmi spiegazioni, un uomo mi fece salire al secondo piano. Davanti a me si apriva ora un enorme spazio, simile a una sala da ballo. Improvvisamente, nella mia visione, scorsi molte persone allineate in fila nella stanza. Cosa stava succedendo? In quel momento, la persona che mi aveva portato lì mi spiegò che quella era una stanza dove venivano effettuate le esecuzioni. Non era una sala da ballo. Vidi molte, molte bare di uomini, donne e bambini che riempivano la stanza. Alla fine, da ognuna delle bare spuntarono degli alberi. Gli alberi divennero una foresta. Uccelli cantavano tutt’intorno... e io cominciai a piangere. È così che è nata quest’opera. È la memoria di ogni razza, di ogni Paese. È la memoria del genocidio: il dolore, l’orrore e la salvezza. I morti volevano che ricordassimo, credo. Le nostre lacrime aiuteranno a guarire la memoria».
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L’equivoco è che in Salone non ci sono mai state esecuzioni, piuttosto le condanne – essendo il luogo in cui si amministrava la giustizia nel Medioevo – e che esisteva un collegamento che dalla sala portava alle carceri in Palazzo delle Debite, come un ponte dei sospiri alla padovana.
L’iniziativa è un omaggio a Paolo De Grandis, già curatore della sezione Arte della Biennale e grande amico di Yoko Ono, scomparso nel maggio scorso. Proprio lui ha voluto portare “Ex It” a Palazzo della Ragione: «Ci abbiamo lavorato per molto tempo, purtroppo è scomparso prima di vederla realizzata – spiega l’assessore alla cultura Andrea Colasio – Questo evento però fa di Padova una città che dialoga con il linguaggio del contemporaneo. È un’operazione forte inserire questo tipo di installazioni in un edificio del Trecento. Mi auguro che venga compresa sia dai turisti che soprattutto dai padovani».
Le cento bare di legno di diverse dimensioni con ulivi che crescono dall’interno come metafora della resilienza della vita e della vitalità della natura, resteranno in Salone fino al 6 gennaio 2025.
«Dopo le bare verranno bruciate e gli ulivi piantati, probabilmente ad Arquà Petrarca – sottolinea Colasio – Perché queste sono le volontà dell’artista». Yoko Ono difficilmente potrà tornare a Padova a vedere la sua installazione realizzata (dipenderà dalle condizioni di salute e dalla sua volontà), ma ci sarà il curatore internazionale Jon Hendricks.
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Il materiale per l’installazione – cento parallelepipedi in legno di abete completi di trattamento ignifugo e cento piante di Olea europea – è stato donato al Comune dal Consorzio di Promozione turistica di Padova, per un valore di circa 23 mila euro. —