In un’intervista al Tg1, realizzata dal direttore Gian Marco Chiocci, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha fatto chiarezza sul “caso Boccia”. In tutti i suoi aspetti: quello della relazione che intercorreva tra loro, quello del “giallo della nomina” a consigliere e quello, più pregnante dal punto di vista dell’interesse pubblico, di chi abbia sostenuto le spese per le occasioni in cui era al suo fianco. “Ho pagato io, con la mia carta personale”, ha spiegato Sangiuliano, mostrando in tv la stampa delle spese dal suo conto corrente personale, che precedentemente aveva anche mostrato tramite app allo stesso Chiocchi.
Si tratta di un aspetto che era già emerso e di documenti di cui in giornata anche l’agenzia di stampa Adnkronos aveva rivelato di aver preso visione. Si tratta delle stesse attestazione di spesa “tracciatissime”, ha detto Sangiuliano a Chiocci, che, secondo quanto emerso, il ministro aveva già mostrato al premier Giorgia Meloni, nel corso del colloquio di un’ora e mezza avuto ieri a Palazzo Chigi. C’è però un aspetto inedito emerso dall’intervista di oggi: Sangiuliano aveva presentato a Meloni le sue dimissioni, il premier, dopo il chiarimento, le ha respinte.
Assolto il passaggio col premier, il ministro ha dunque voluto assolvere anche quello, a sua volta doveroso, con l’opinione pubblica, alla quale ha fornito risposte su ognuno dei punti poco chiari – o, piuttosto, presentati come tali – della vicenda. Sangiuliano lo ha fatto senza nascondersi dietro un dito, svelando apertamente anche quello che “mi pesa dire, perché riguarda la mia vita personale”. Con Maria Rosaria Boccia, ha ammesso Sangiuliano, “avevamo una relazione sentimentale, di tipo personale, affettivo…”, nata dopo una iniziale amicizia. “Anche per questo ho deciso di revocare la nomina”, ha chiarito il ministro, spiegando anche che la nomina non è mai stata perfezionata, sebbene l’iter fosse stato incardinato, arrivando a uno stadio avanzato. Sangiuliano ha anche voluto porgere anche le sue scuse alle persone a lui vicine coinvolte, loro malgrado, in questa storia. “La prima persona a cui devo chiedere scusa è mia moglie, che è una persona eccezionale. Poi devo chiedere scusa a Giorgia Meloni e ai miei collaboratori”, ha detto Sangiuliano visibilmente emozionato.
Chi voleva a tutti i costi il gossip, il dettaglio pruriginoso sul quale darsi di gomito lo ha avuto. Epperò, di contro, ha avuto anche qualcos’altro: la conferma che in questa storia non c’è rilievo che riguardi l’interesse pubblico. “Assolutamente non sono ricattabile”, ha risposto Sangiuliano a una domanda diretta di Chiocci. “In una funzione pubblica sei ricattabile se hai usato impropriamente il denaro pubblico e io ho dimostrato di non averlo fatto”, ha sottolineato il ministro, ribadendo anche che Boccia non ha avuto accesso ad alcun documento riservato e chiarendo, in risposta a una domanda, che non vi è nulla di compromettente che potrebbe uscire, se non “le chat relative alla nostra relazione affettiva”.
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