TRIESTE C’è uno spettacolo, nel cartellone 2024/2025 del Teatro Bobbio, che non vorrete proprio mancare. Si intitola “Come diventare ricchi e famosi da un momento all’altro”. C’è qualcuno che non lo desidererebbe? Lo ha scritto uno dei più incoraggianti drammaturghi italiani, Emanuele Aldrovandi. La bella notizia è che i biglietti si possono prenotare fin d’ora.
Ogni bella notizia però si accompagna alla sua gemella brutta. E dunque: lo spettacolo andrà in scena solo a metà marzo. E nel frattempo?
Niente paura: ci hanno pensato Livia Amabilino, presidente, e Diego Matuchina, direttore organizzativo del Teatro La Contrada. Sul palcoscenico del Bobbio, ieri, assieme hanno presentato al pubblico e alla stampa la nuova stagione. Che si inaugurerà il 17 ottobre con uno spettacolo in lingua triestina, tradizione che da tempo immemorabile segna i cartelloni del teatro di via Ghirlandaio.
Non è una sorpresa, ma a sedersi elegantemente nel titolo – “El mio angelo” – sarà ancora una volta Ariella Reggio, contornata dalla solida compagnia stabile che è il vanto delle produzioni La Contrada, e con la regia di Davide Calabrese.
Solo un momento prima che questo spettacolo apra la stagione in abbonamento, un evento speciale (come ce ne saranno molti quest’anno in programma) porterà in scena al Bobbio, venerdì 4 ottobre, Vladimir Luxuria. Con un titolo e una trama che ben si adattano al carattere e alla popolarità dell’interprete. E richiamano pure una lontana canzone di Fabrizio De André: “Princesa”.
Si presenta ancora una volta ricca di spunti l’offerta della Contrada che, tra spettacoli di produzione (saranno 6) e appuntamenti in ospitalità (saranno 22), copre la domanda sempre ampia e diversificata del pubblico triestino.
C’è chi vuole sedersi in poltrona davanti ai nomi famosi? Francesco Pannofino, Ale & Franz, Gianfranco Jannuzzo, Vanessa Gravina, Marco Travaglio, costellano la stagione.
Che non trascura però certi altri nomi di visibilità più recente: i radiofonici Corrado Nuzzo e Maria Di Biase (affiatati in un classico del’900 teatrale “Delirio a due” di Ionesco), Lodo Guenzi (in uno Shakespeare ristrutturato modernamente dalla regista Veronica Cruciani, “Molto rumore per nulla”), Silvia Gallerano (“L’assaggiatrice di Hitler”, dal romanzo premio Campiello 2018 di Rosella Postorino), Chiara Francini (“Forte e chiara”).
C’è anche chi preferisce invece serate di storie, belle e intriganti, dopo le quali si torna a casa rasserenati dal lieto fine. Sarà servito. “Il vedovo allegro” con Carlo Bucirosso. Oppure “Amanti”, frutto della penna dello sceneggiatore Ivan Cotroneo, con Massimiliano Gallo e Fabrizia Sacchi. O ancora “Calcoli, ovvero l’arte dell’inganno” di Gianni Clementi, con Blas Roca Rey.
Chi poi c’ha orecchio per la musica potrebbe scegliere “Parlami d’amore. Quando la radio cantava la vita”, una passeggiata che Mario Incudine e l’orchestra di Valter Sivilotti hanno ideato nell’universo delle canzoni italiane tra 1918 e 1945. “Intelligenza musicale” è la proposta dei sempre vispi Gemelli di Guidonia (che sono in realtà fratelli). Mentre un’opzione diversa è offerta da “The Sound of Legends”, concerto che svaria tra le colonne sonore di film come “Il gladiatore”, “Il Re Leone”, “Dune” (tutte composte da Hans Zimmer). Sul versante pop, non mancherà il tributo alla regina della tv italiana, la sua icona più pregiata, Raffaella Carrà. Sotto il famoso caschetto, a dimenarsi sarà Beatrice Baldaccini.
Vi sbagliereste infine pensando che La Contrada abbia dimenticato la comicità. A farsene portavoce sarà Emanuela Grimalda, che tra cinema e televisione, si è presa anche il tempo per rispondere alla domanda: e se Dio fosse donna? Lo spettacolo teatrale, in cui l’attrice verrà diretta da Massimo Navone, si intitola “Dio è una signora di mezza età”, tanto per confondere un po’le acque, tra madreterna e padreterni. I campioni di Zelig e Colorado si sfideranno inoltre in un “Big Comedy Ring Show”. Botte comiche da orbi.
Di occasioni ce ne sarebbero poi tante altre: due Pirandelli, uno Schiaccianoci…
Ma in menù così molteplice, l’altro piatto forte che gli spettatori della Contrada non vorranno certo mancare è il titolo che, nel bene e nel male, li ha accompagnati per decenni. In occasione del centenario di nascita dei Romolo e Remo del teatro triestino, Lino Carpinteri e Mariano Faraguna, tornerà a febbraio sul palcoscenico del Bobbio “Putei e putele”. Il com’eravamo di un tempo lontano, in cui il teatro si chiamava Cristallo e ci si arrivava ancora (ma forse no) “in filovia”.