UDINE. E’ mancato nella giornata di martedì 3 settembre, dopo una lunga malattia, all’età di 72 anni (era nato a Udine, l’1 aprile), Massimo Frizzi.
Volto e voce nota a Udine e in regione perché membro del trio musicale udinese Frizzi Comini Tonazzi, una carriera professionale da insegnante, al liceo artistico Sello di Udine, Frizzi lascia la moglie Flavia Fossa e il figlio ventisettenne Jacopo. «Papà era giovane, del 1952», confida Jacopo che racconta suo padre con molta tenerezza, ricordando proprio le sue due grandi passioni: quella per il calcio ereditata da suo padre. «Il nonno Attilio Frizzi era un bomber che aveva giocato nel Genoa e da anziano allenava i ragazzi dell’Audax di Forni di Sotto» e quella per la musica «onorata dalla nascita ufficiale a Udine, nel 1975, del trio Frizzi Comini Tonazzi».
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«Papà - ricorda ancora Jacopo - è sempre stato l’elemento di raccordo per il trio. Voleva bene a tutti e tutti gli volevano bene. Era un uomo buono. Anche come professore a scuola dava sempre l’opportunità ai ragazzi di essere ascoltati. Era molto ben voluto e stimato. Ho un ricordo con lui, io bambino mentre registriamo in studio “Io conosco tanti animaletti”, che papà aveva già scritto in precedenza e volle farmi cantare per l’album “Rammendo se proprio devo” pubblicato proprio in abbinata con il Messaggero Veneto (nel 2007) . Fu una giornata insieme a fare musica, molto divertente».
Anche Sandro Comini ci restituisce il ritratto di un uomo ben voluto da tutti e molto pacato: «Massimo era un filosofo. Abbiamo passato insieme quasi cinquant’anni della nostra vita. Ci siamo conosciuti ancora prima di incontrare Enrico (Tonazzi), perché giocavamo insieme a calcio, poi eravamo insieme a Venezia all’Università, lui faceva architettura io Belle arti. Già a Venezia facevamo musica insieme, scrivevamo, componevamo. In tutti questi anni non ci siamo mai persi di vista. Massimo era amato da tutti perché era generoso, delicato, intelligente, creativo, placido. Si raccomandava sempre con me che sono molto dinamico. Nel trio eravamo ben assortiti: Enrico, per sua stessa ammissione, la mente organizzativa, il trascinatore, Massimo ed io, più creativi. Ma senza Enrico, noi due non avremmo venduto nemmeno una cassetta. Massimo mancherà moltissimo a tutti noi».
Difficile in ogni caso separare l’immagine pubblica dell’insegnante e del musicista da quella privata. Senz’altro Massimo Frizzi è stato l’interprete per un paio di generazioni di irriverenti e divertenti pezzi da cantare a squarciagola o di nascosto dai propri genitori. Con Sandro Comini ed Enrico Tonazzi, ora che Massimo è andato avanti, continueranno ad essere nell’immaginario di molti, il trio indissolubile, quasi fosse un unico cognome, di scanzonati autori di canzoni che hanno fatto da colonna sonora a quarant’anni di vita friulana. Una storia bella, sugellata da un libro, scritto dalla giornalista e scrittrice Lucia Burello, nel 2023, che ne ha raccontato le vicende, improbabili eppur reali, appuntate, testimoniate, documentate, di chi ha saputo sempre nella vita, prendersi non troppo sul serio, cominciando per scherzo e proseguendo per puro divertimento.
Il racconto di tre amici cominciato musicalmente niente meno che con una cassetta pirata dal titolo manifesto "Le craccole” dedicata allo sporco che già allora minava le vite di ognuno, segnò anche una parentesi con una casa discografica importante la CGD. Un passaggio che portò a casa un buon successo di critica ma poche vendite, anche a causa della testardaggine dei tre friulani che rifiutarono il pieno inserimento nelle regole della canzonetta italiana (anche perché essi non vi appartenevano affatto). Sarà difficile immaginarli ora senza il filosofo Massimo, sciolti da quell’abbraccio a tre, affettuoso e sorridente, immortalato per sempre in uno scatto da copertina.
La salma di Massimo Frizzi sarà esposta mercoledì 4 settembre alla casa funeraria Marchetti (in via Tavagnacco 150). Le esequie saranno officiate venerdì 6 settembre, alle 10.30 alla parrocchia di Santa Maria Assunta, in viale Cadore a Udine.