Nè troppo vicini nè troppo lontani. Su uno dei temi più spinosi del circuito tennistico è intervenuto Alexander Zverev, dando il proprio endorsement all’impostazione sopracitata riguardo all’avere il proprio genitore in veste di coach. Il tedesco è nei quarti di finale dell’US Open dopo aver battuto in quattro set Brandon Nakashima e in conferenza stampa, oltre alla gestione del rapporto con Zverev senior, ha rilasciato spunti interessanti anche sulla propria ambizione che non si è lasciata scalfire né dalle occasioni mancate né dal bruttissimo infortunio alla caviglia del 2022, con Sascha che ha già aritmeticamente in tasca la qualificazione alle prossime Finals.
D. E’ un pò scomodo fare questa domanda con lui qui ma, per alcuni giocatori non sarebbe così fantastico avere il proprio padre e fratello come coach. Sarei uno di questi. Sono curioso di sapere come funziona..
Zverev: “E’ orribile”
D. Lo è?
Zverev: “No”
D. Voglio dire circa le differenti relazioni durante il match e fuori dal campo, come fai a switchare tra una e l’altra?
Zverev: “Bene, fuori dal campo non sto mai con mio padre, quindi è un buon punto di inizio. Ne abbiamo abbastanza uno dell’altro quando siamo in campo. Voglio dire, siamo entrambi adulti, abbiamo le nostre proprie famiglie. Sappiamo tutti come funziona quando hai una famiglia. E’ bello perché hai sempre la tua famiglia vicino e non senti troppo la nostalgia di casa. Dipende da che relazione è, in campo e fuori dal campo. So che alcuni giocatori se hanno un genitore come coach hanno una specie di rapporto tossico. Ci sono molte discussioni e di lotte, sicuramente qualcosa di non salutare. Non è il nostro caso. Ci capiamo l’uno con l’altro quando è il momento di piantarla fuori dal campo, e sul campo si tratta di allenarsi, di migliorare. Non lo so, non so cosa altro dire onestamente. Sta funzionando bene, sono il numero 4 del mondo, quindi è ok (ride).”
D. Parlando del numero 4 del ranking, alcuni giocatori si rammaricherebbero parecchio dopo essere stati così vicini ai grandi obiettivi e non averli raggiunti. Come hai fatto a fare l’esatto, come hai fatto a continuare a spingere verso questi traguardi?
Zverev: “Come hai detto sono stato vicino alcune volte. Penso che l’infortunio non abbia aiutato nel 2022. Penso di essere stato vicino a diventare numero uno al mondo a quel livello. Poi non sono stato in grado di giocare per sette mesi, un duro colpo. Ma sono ancora molto motivato. Voglio ancora compiere i miei sogni, raggiungere i miei obiettivi. Sono contento del tennis che sto giocando, specialmente post infortunio. Vedremo come andrà questa settimana.”
D. Giocherai la prossima con Taylor Fritz, non una novità per te. Quali saranno le chiavi del match che andrai a giocare?
Zverev: “Abbiamo giocato dei grandissimi match contro, delle battaglie molto dure in passato. Specialmente a Wimbledon è stata una bella sfida. Ovviamente, non ero al 100%. Non ero in condizione di muovermi come volevo, ma al di la di ciò, è stata una grande partita. Non vedo l’ora di affrontare un’altra battaglia. Siamo ai quarti di finale, penso che non ci siano match facili da qui in poi.”