Thiago Motta ha iniziato la sfida alla Roma, primo test dopo la partenza a razzo nel campionato, con la panchina più costosa della Serie A. Da Koopmeiners a Kalulu (l'unico poi non entrato), passando per Conceicao, Nico Gonzalez e Douglas Luiz, il tecnico italo brasiliano era accompagnato a bordo campo da 175 milioni di euro di calciatori. Un lusso possibile solo a inizio stagione, confidando di poter replicare con Savona e Mbangula gli ottimi risultati visti contro Como e Verona e di poter spiegare le esclusioni con la mancanza di tempo, effettiva, per integrare i campioni con il progetto.
Buoni propositi venuti meno rapidamente visto l'andazzo della partita. Non deve stupire che nelle difficoltà Thiago Motta abbia fatto la scelta più normale: andare oltre i propri principi è gettare nella mischia i pezzi da novanta, partendo per paradosso proprio dagli ultimi arrivati. Può essere che in questa stagione di ripartenza alla Juventus vincere non sia l'unica cosa che conta, però il peso del risultato si sente molto più che a Bologna o altrove e alla fine è su quello che il lavoro di Motta sarà giudicato.
Dopo la sosta, insomma, ci si aspetta una Juventus diversa e in linea con gli investimenti estivi concessi dalla proprietà a Cristiano Giuntoli per accorciare il gap con l'Inter e con la vetta del calcio italiano. Il tempo degli esperimenti è finito e si dovrà ripartire dagli uomini da 200 milioni di euro inseguiti e portati alla Continassa nel corso di un'estate ad alta intensità. Gli altri, a partire dai ragazzi che si sono messi in luce nel calcio d'agosto, dovranno essere le alternative da valorizzare pescando dalla panchina a seconda delle esigenze.
Giudicare la prova dei nuovi arrivati prendendo come parametro la partita con la Roma non avrebbe alcun senso, quindi meglio soprassedere. Qualcosa di promettente si è visto (Conceicao) e qualche dubbio è sorto (se non torna Milik manca il vice Vlahovic e Nico Gonzalez prima punta c'entra poco o nulla): tutti rivedibili a breve e medio periodo.
C'è una sola eccezione e porta il nome di Douglas Luiz. Preso a giugno, al lavoro con il resto del gruppo dal 30 luglio, lanciato nel test contro il Brest nell'ultima mezz'ora e titolare da trequartista con l'Atletico Madrid nell'ultima amichevole. Pagato 50 milioni di euro. Sparito dai radar non appena la stagione è entrata nel vivo: 55 minuti distribuiti equamente tra Como, Verona e Roma. Non risultando infortuni sarebbe interessante capire cosa sta accadendo, se il contagocce sia conseguenza di un adattamento più lento del previsto o ci sia qualche ragione più profonda.
La buona notizia è che Douglas Luiz non è stato convocato dal ct del Brasile per le prime partite di qualificazione mondiale contro Ecuador e Paraguay e rimarrà alla Continassa ad accelerare il lavoro di apprendimento. Succederà anche a Koopmeiners mentre Fagioli sarà con Spalletti. Tra due settimane le gerarchie cominceranno ad essere, se non definitive, quanto meno indicative.