“Attenti alla schiena!”. In Wolfs – Fuori Concorso al Festival di Venezia – i vecchietti George Clooney (63) e Brad Pitt (62) rischiano di rimanere bloccati dal colpo della strega. Capita ai fixer, i risolviguai, i Mr. Wolf alla Pulp Fiction che quando c’è un cadavere in una camera da letto in pochi minuti devono sollevarlo, avvolgerlo nei classici sacchi di plastica e gettarlo nell’Hudson.
Clooney e Pitt (scesi al Lido con le rispettive consorti) si prendono bonariamente in giro nel film di Jon Watts per i loro primi acciacchi d’età, compresa la gag degli occhiali da farmacia estratti dal taschino quando non riescono a leggere i numerini lillipuziani di un vecchio cercapersone. Eppure Jack (George) e Nick (Brad), nei loro giubbetti di pelle scura, in una nevosa notte newyorchese, risultano alquanto sicuri di sé nello sgomberare una stanza d’albergo da 10mila dollari a sera dove una matura procuratrice distrettuale un po’ brilla ha visto stramazzare contro un tavolo di vetro un ragazzetto raccattato al bar di sotto. Prima è Jack ad essere chiamato direttamente dalla donna nel più totale anonimato per pulire la scena dell’incidente. Ma appena iniziati i lavori di sgombero vetri e macchie di sangue ecco bussare alla porta Nick, il fixer voluto direttamente dalla direttrice dell’albergo che tutto spia illegalmente da un circuito di videocamera interne.
I due non si conoscono, subito si detestano, ma dovranno lavorare insieme per sgomberare la stanza e, ritrovato lo zainetto del ragazzo morto pieno di panetti di droga, consegnare il tutto ai non proprio tranquilli proprietari. Peccato che il ragazzetto (Austin Abrams, davvero buffo da terzo felice incomodo) non sia stecchito ma soltanto rintronato da un’overdose di cocaina. Fermi tutti. L’apparente filmetto per portare le due star mondiali al Lido è un compito commerciale di gran lusso. Una specie di Tutto in una notte che si conclude alla Butch Cassady (e Billy the Kid).
I due attori sprigionano tutto il loro charme sviluppando un gradevole, misurato e continuo battibecco, come mostrando un’alchimia fisica da birbanti spacconcelli sdoppiati e complementari che se la intendono da una vita. Wolfs non ha mai, ma davvero mai, un istante di stanca. Si gode dalla prima all’ultima sequenza, in morbido surplace, in attesa del prossimo inseguimento o sparatoria, dalla temporanea permanenza in un terrificante motel o anche solo di un panino mangiato sotto i neon della tavola calda. Pitt e Clooney mostrano ancora una volta che anche per loro, e per i tanti over 50 e 60 di Hollywood, non è più tempo di romanticismi ma la massima resa arriva dall’azione. Finché la schiena regge. La voce fuori campo della direttrice dell’hotel, davanti ai monitor, è di Frances McDormand. Uscita limitata a fine settembre poi subito su Apple Tv+. Pronto il sequel da girare a breve.
L'articolo Venezia 2024, George Clooney e Brad Pitt ‘rischiano il colpo della strega’ nel loro (per niente male) Wolfs: la rencesione proviene da Il Fatto Quotidiano.