Vincono il concorso per essere assunti in Comune, ma al momento di stipulare il contratto si scoprono pendenze giudiziarie penali non comunicate: l’amministrazione di Silea è costretta a correre ai ripari con un parere legale esterno.
La vicenda riguarda in particolare due neo assunti: una figura di istruttore amministrativo contabile e un operatore esperto tecnico, che attualmente risultano in pianta organica all’ente trevigiano (se pur in fase di prova). Il problema, che è emerso nei mesi scorsi, riguarda due distinte procedure di selezione, avviate entrambe a febbraio. In tutti e due i casi nel lungo elenco di requisiti necessari per essere considerati idonei, viene riportato l’articolo di legge che prevede l’impossibilità di essere assunti in una pubblica amministrazione in caso di fedina penale sporca.
È necessario infatti dichiarare di «non aver riportato condanne penali con sentenza passata in giudicato per reati che costituiscono un impedimento all’assunzione». E ancora: «Coloro che hanno in corso procedimenti penali, procedimenti amministrativi per l’applicazione di misure di sicurezza o di prevenzione o precedenti penali a proprio carico iscrivibili nel casellario giudiziale devono precisare la data del provvedimento e l’autorità giudiziaria che lo ha emanato».
In un caso il Comune di Silea, esprimendo la necessità di individuare quattro nuovi funzionari, ha attinto, mediante procedura di interpello, da un elenco (precedentemente stilato dalla Provincia di Treviso nel dicembre 2023) di soggetti idonei all’assunzione di ruolo negli enti locali con il profilo di istruttore amministrativo. Nell’altro ha indetto un autonomamente un concorso. Le commissioni di selezione, composte entrambe da dipendenti dell’amministrazione guidata da Rossella Cendron, hanno lavorato tra prove scritte e prove orali o pratiche arrivando nei mesi successivi a stilare le graduatorie finali.
Al momento di assumere i vincitori il Comune di Silea, in due casi, si è però trovato davanti a un’amara sorpresa e un rebus di difficile soluzione: «A seguito di verifiche effettuate nella prospettiva della stipula del contratto di lavoro», si legge in una determina pubblicata il 22 agosto scorso, ma datata in realtà 24 maggio, «questo ente ha appreso dell’esistenza di condanne penali iscritte nel certificato di casellario giudiziale, delle quali i candidati non ne avevano dato notizia in sede di presentazione dell’istanza di partecipazione alle procedure selettive bandite dall’ente mediante il portale unico del reclutamento».
Che fare? Questione troppo complicata per essere risolta “in house”: il dirigente Denis Cendron ha chiesto dunque aiuto a un soggetto esterno, individuando per un supporto legale l’avvocato Graziano Forlin, dipendente del Comune di Pederobba, incaricandolo di redigere un parere “pro veritate” sulla questione. Di che condanne si tratta? Quale soluzione ha prospettato il consulente esterno? Dal municipio sul caso bocche cucite. Rimane aperto, più che mai, il tema della carenza di personale nei comuni trevigiani e degli sforzi necessari per selezionarlo adeguatamente.