Rosalind Franklin, la scienziata che scoprì la struttura del Dna; Hedy Lamar, bellissima diva di Hollywood che era anche scienziata e inventò la tecnologia alla base di wi-fi e Gps.
E poi le "Le Apollo Sisters", che lavorarono alla missione spaziale verso la luna, o Eva Mameli, prima donna docente universitaria di botanica e pioniera della materia, madre di Italo Calvino: sono alcune delle 15 scienziate a cui rende omaggio la mostra “Donne da Nobel” che si inaugura oggi, alle 18.30, al Paff! di Pordenone, curata dalla fumettista, scrittrice, illustratrice, giornalista Cinzia Leone.
Donne da Nobel che però il riconoscimento più ambito al mondo non l’hanno mai ricevuto, pur avendo tutte le carte in regola per ottenerlo.
Quindici scienziate, dall’antichità ai giorni nostri, «matematiche, fisiche, chimiche, biologhe: tutte hanno sfidato i pregiudizi della loro epoca per accedere a un sapere scientifico riservato esclusivamente agli uomini» spiega l’autrice.
Il Premio Nobel è stato istituito nel 1901 e su un totale di 975 premiati, le donne premiate, a oggi, sono solo 66, pari al 4 per cento, di cui solo 28 sono scienziate. «Eppure – prosegue Cinzia Leone - alle donne che racconto quel premio sarebbe spettato di diritto. Ginger Rogers era solita ricordare che sulla scena faceva tutto quello che faceva Fred Astaire, e per di più lo facevo all’indietro e sui tacchi alti”. Così è toccato alle tante donne che hanno percorso il cammino della scienza in un mondo di uomini: fare tutto quello che facevano gli scienziati maschi ma controcorrente e spesso senza essere riconosciute.
«Dedico le storie delle mie caparbie e geniali donne da Nobel alle giovani e ai giovani di domani», conclude Leone, che oltre a essere una fumettista e autrice di graphic novel è anche illustratrice, giornalista, art director e scrittrice di romanzi. Ha esordito collaborando a “L’avventurista”, settimanale fondato da Vincino nel 1978, per proseguire con “Il male”, il noto periodico di satira dallo straordinario successo. Sempre in quell’anno, ha fatto il suo debutto come fumettista sulle pagine di “Alter” per poi pubblicare cinque libri, da “Il Diamante dell'Haganah” nel 1990 a “Quel fantastico treno”, un libro in cui sono presenti anche Pratt, Crepax, Muñoz e Mattotti. Nel frattempo ha lavorato come art director e giornalista per “Il Sole 24 ore” e fondato “La Nuova ecologia”, e “Il Riformista”.Come scrittrice ha esordio nel 2009 con il romanzo: “Liberabile, storia di un uomo qualunque”, cui ne seguiranno altri tre fino all’ultimo: “Vieni tu giorno nella notte”.
Nel suo libro “Ti rubo la vita”, come spiega Luca Raffaelli, direttore artistico del Paff!, «c’è una parte del mistero di quest’autrice: il desiderio di vivere la comunicazione (di idee, storie, immagini) vivendo più esistenze insieme. Cercando, in tutte, di portare avanti un linguaggio limpido, pulito, elegante che, ovviamente, ritroviamo nelle tavole di questa mostra da Nobel».
In occasione dell’inaugurazione di oggi, legandosi al tema della mostra, il Paff! ufficializzerà l’adesione al protocollo d’intesa Carta di Pordenone, che ha come scopo la promozione di un’immagine equilibrata e plurale di donne e uomini, superando e contrastando gli stereotipi di genere.