Per il settimo anno consecutivo è al terzo turno dello US Open. Ora, Danil Medvedev cerca il sesto ottavo di finale in altrettanti anni dal 2019. A New York, quindi, il russo si sente a casa. Un titolo nel 2021 – per ora il suo unico a livello Slam – e altre due finali. In questo 2024 il russo è arrivato da finalista uscente e nel suo secondo turno ha liquidato in tre set l’ungherese Fabian Marozsan. Uno che, prima di questo incontro, aveva vinto il 50% dei match giocati contro top 10 (5 su 10). Ma, dopo questa partita, le sconfitte diventano sei, perché Danil si è confermato un cliente estremamente ostico su questi campi. Ora, per il numero 5 al mondo, ci sarà l’azzurro Flavio Cobolli. Prima di pensare a questo match, però, Medvedev ha rilasciato (come al solito) interessanti spunti in conferenza stampa. Andiamoli subito a vedere.
D: A inizio anno hai detto di voler voltare pagina con alcuni comportamenti che avevi in campo. Pensi di essere riuscito in ciò durante il corso della stagione?
Medvedev: “Non credo, a essere onesto. Non sono riuscito a comportarmi sempre come avrei voluto e come mi sarei aspettato. Ma va bene uguale, succede. Così è la vita. Alcune volte cerchi di fare qualcosa e ci riesci, altre no. Ci sono stati episodi in cui sento di essermi comportato bene e ci sono altri, che non nominerò, in cui non sono stato in grado di farlo. Per vari motivi, certo, ma alla fine sono sempre scuse che uno si trova. Ci proverò ancora. Penso che in vita mia, quando mi do un obiettivo, moltissime volte riesco a raggiungerlo anche se non sempre. In ogni caso ciò che non farò mai mancare è l’intrattenimento, quello è sicuro”.
D: Spesso accade che nel tennis, specialmente negli Slam, le partite finiscano tardi la notte o comincino presto la mattina. Come riesci a massimizzare il sonno durante questi tornei?
Medvedev: “A volte non è facile. Ad esempio, oggi sarò probabilmente a letto per le 1:30 di notte, che non è ideale ma so che c’è anche di peggio. Io dico sempre che negli Slam sarebbe meglio far partire la sessione serale alle sei di sera invece che alle sette. In questo modo, con un match femminile e uno maschile, anche se entrambi durassero molto sarebbe improbabile terminare oltre le due di notte. Sarebbe comunque molto tardi, ma un’ora prima o dopo in quella fase della giornata può di certo fare la differenza nel prosieguo del torneo”.
“Io cerco di comportarmi come faccio di solito. Domani dormirò un po’ di più e, in base a quando dovrò giocare sabato, andrò forse a letto un po’ prima. In ogni caso, per molti è sempre complicato per la quantità di ore dormite. Io, invece, vado a orari e cerco di andare a dormire sempre verso le undici, undici e mezzo. Non importa quando mi sveglio la mattina dopo. Se andassi a letto alle dieci sicuramente quando mi sveglio non mi sentirei bene. Quindi, meglio evitarlo se non voglio dormire in campo”.
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“Amo i riposini di dieci, undici minuti. Quando poi mi sveglio mi sento sempre bene”.
D: Parlando del tuo tennis, come pensi sia progredito nel corso degli anni?
Medvedev: “E’ una domanda difficile perché penso che negli ultimi due anni io stia cercando di aggiungere sempre più armi al mio tennis. Alcune volte cerco di essere più aggressivo, mentre in altre provo nuovi colpi, nuove combinazioni. Poi comunque arrivo in partita e so di avere un determinato stile che mi porta molte vittorie sul cemento ad esempio. Ed è proprio qui che spesso arriva un po’ di esitazione, perché ci si domanda quando queste cose che si sviluppano in allenamento debbano essere apportate nell’incontro”.
“Se perdi, quanto sei capace di dirti onestamente se alcune decisioni che hai preso in campo siano state giuste o meno? Oggi, ad esempio, ho pensato che nel terzo set forse sarebbe stato meglio rispondere da un po’ più vicino. E mi sono chiesto, se avessi perso il terzo set, come mi sarei dovuto comportare nel quarto? Alla fine, ho deciso di continuare a giocare come avevo fatto sino a quel momento e, se avessi perso il parziale, avrei cambiato strategia nel quarto. So cosa sono capace di fare bene in campo e qual è la mia tattica principale che cerco di utilizzare il più possibile. D’altro canto, però, qualche volta voglio sorprendere l’avversario quando meno se lo aspetta”.
D: Ti sei mai allenato con Cobolli? Se la risposta è no, cosa pensi di lui e del suo tennis?
Medvedev: “Bene, ora so contro chi gioco, fino a pochi istanti fa non lo sapevo. Non mi sono mai allenato con lui, ma l’ho visto giocare. Credo che abbia un tennis molto esplosivo. Mi verrebbe da dire che lui e Marozsan giocano un po’ simile, anche se si differenziano in qualcosa. Sarà interessante. È strano per me giocare uno Slam in cui per due volte disputo un incontro con un giocatore che non ho mai sfidato prima (anche con Marozsan era il primo testa a testa, ndr)”.