POLA. Esiste un nome imprescindibile quando si parla della strage della spiaggia di Vergarolla del 18 agosto 1946, quando nella deflagrazione di circa 9 tonnellate di residui bellici morirono oltre 100 bagnanti: è quello del dottor Geppino Micheletti che, pur sapendo dell’orrenda morte nello scoppio dei due figlioletti Carlo e Renzo nonché del fratello Alberto e della cognata, aveva continuato a operare per 48 ore di seguito i feriti che venivano trasportati all’ospedale.
Sul medico giustamente ritenuto un eroe si è scritto tanto, tre anni fa era stato anche promosso un convegno scientifico a Pola a lui dedicato. Ora salta fuori che addirittura le Poste croate gli avevano dedicato un timbro postale il 18 agosto del 2010, un evento che a dire il vero era passato quasi inosservato. Ebbene quel timbro è stato rispolverato dall’ambasciatore italiano a Zagabria Paolo Trichilo che ne ha mandato la riproduzione per posta elettronica a Ennio Forlani, presidente del Consiglio della minoranza italiana autoctona della Regione istriana. Quest’ultimo a sua volta lo ha inoltrato per conoscenza alle massime cariche dell’Unione italiana.
«Questo gesto dell’ambasciatore mi ha fatto immensamente piacere – ha spiegato Forlani – in quanto dimostra che l’opera del dottor Micheletti viene considerata anche al di fuori del contesto della nostra Comunità nazionale. Ma non solo: questo sarà un prezioso argomento a nostro favore nella richiesta che invieremo al Ministero croato della sanità di intitolare il nuovo ospedale di Pola proprio al dottor Micheletti». Una richiesta, lo ricordiamo, congiunta tra il consiglio in parola e l’Unione italiana, supportata dalla grande maggioranza delle Comunità degli italiani sul territorio istriano. E supportata anche dal Municipio di Pola. La Regione istriana invece l’ha sempre ignorata, quando avrebbe potuto decidere autonomamente in merito nel suo ruolo di fondatore dell’ospedale stesso. Quest’ultimo come del resto tutti gli ospedali del Paese, dal 1° gennaio scorso è passato sotto le competenze dello Stato per cui ora l’interlocutore si trova a Zagabria.
Tornando al dottor Micheletti, l’anno dopo la strage, in seguito al trattato di pace, lasciò Pola con la moglie Jolanda trovando lavoro a Narni in Umbria dove operò per 14 anni fino alla morte nel 1961 causa embolia postoperatoria. Nel 1947 venne insignito della Medaglia d’argento al valor civile e della Grande medaglia d’oro del Comune di Pola. —