C’è un altro fermo per l’omicidio di Fabio Ravasio, il 52enne investito e ucciso mentre era in sella alla sua bici, lo scorso 9 agosto, a Parabiago, in provincia di Milano. I carabinieri della Compagnia di Legnano hanno dato esecuzione a un decreto di fermo, emesso dalla Procura di Busto Arsizio nei confronti di un 40enne di Parabiago.
Il 40enne, meccanico, prima dell’omicidio aveva sistemato l’autovettura utilizzata per commettere il delitto, consigliando agli esecutori, di utilizzare quella e non altre auto tra le quali avrebbero potuto scegliere. Il fermato, al termine delle formalità di rito, è stato portato in carcere a disposizione dell’autorità giudiziaria. I militari dell’Arma, lo scorso 23 agosto, avevano fermato 6 persone per concorso in omicidio aggravato dalla premeditazione. Secondo l’ipotesi di chi indaga l’omicidio è stato premeditato, uno degli indagati aveva dichiarato che il progetto andava avanti da tre mesi.
Due giorni fa la giudice per le indagini preliminari aveva convalidato i primi fermi. “Ci troviamo di fronte ad un omicidio brutale, freddo, calcolato con crudeltà” ha scritto la gip di Busto Arsizio (Varese) Anna Giorgetti. Con Adilma Pereira Carneiro, la compagna 49enne di Ravasio, considerata dagli inquirenti la mente del piano per eliminarlo e incassarne il patrimonio da circa 3 milioni di euro tra attività e beni immobili, erano stati fermati – e si sono finora avvalsi della facoltà di non rispondere – anche il figlio della donna Igor Benedito e il marito di lei, Marcello Trifone (il matrimonio celebrato nel 2015 è tuttora in essere). L’amante Massimo Ferretti, titolare di un bar, Mirko Piazza, reclutato per fare da palo durante l’esecuzione, e Fabio Lavezzo, fidanzato della figlia di Pereira Carneiro, davanti al pm avevano confessato l’accaduto, anche se Lavezzo ha cercato di alleggerire la propria posizione dichiarando di non sapere che si volesse uccidere Ravasio.
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