L’ospedale di Treviso fa un passo avanti nella chirurgia applicata al controllo del dolore. Due pazienti cinquantenni sono state curate per il dolore cronico alla mano grazie all’impianto di un innovativo elettrocatetere collegato a dei piccoli neuropacer “intelligenti”, posizionati sotto la cute dell’avambraccio e in grado di neutralizzare la sensibilità al dolore dovuta alle lesioni dei nervi.
La prima delle due pazienti seguite al Ca’ Foncello, era stata vittima di un grave incidente sul lavoro alla mano destra e aveva sviluppato un forte dolore neuropatico cronico che le impediva di muovere l’intero arto superiore. La seconda paziente, invece, presentava esiti da schiacciamento alla mano destra.
Dopo un accurato inquadramento clinico e strumentale, entrambe le pazienti sono state sottoposte a intervento di neuromodulazione elettrica dei nervi periferici. A operarle il team coordinato dal dottor Giannantonio Zanata Santi della medicina e terapia del dolore, in collaborazione con i colleghi della radiologia guidata dal dottor Giovanni Morana, e la partecipazione dei radiologi Carlo Alberto Berto e Carlo Bortolanza.
«La stimolazione elettrica continua del nervo periferico, che è stata ottenuta con un approccio mininvasivo assistito radiologicamente, ha permesso, inoltre, un’accurata localizzazione dei nervi lesi contribuendo a ottenere una copertura analgesica di maggior precisione anatomica, rispetto a quella realizzabile con una stimolazione midollare» spiegano gli esperti.
Sono stati quindi posizionati degli elettrocateteri stimolatori sui nervi della mano delle due donne, attraverso un’operazione mininvasiva, e in simultanea sono stati collegati i piccoli neuropacer. L’attivazione della stimolazione elettrica nervosa periferica, ottenuta attraverso l’impianto di questi dispositivi sottocutanei, ha reso l’arto superiore più funzionale grazie al sollievo dal dolore provocato alle pazienti, contribuendo così a migliorare la loro qualità di vita e consentire il rientro al lavoro per una delle due signore.
A rivolgere un plauso al lavoro del team, anche la direzione generale dell’Ulss 2.