GORIZIA Nel 2025 non ci dovranno essere cantieri aperti. Il Comune l’ha affermato più volte. Sarebbe sconveniente, oltre che un pessimo biglietto da visita, accogliere i turisti in occasione della Capitale europea della cultura con gli operai al lavoro e le reti di colore arancione. Ed è così che si sta correndo all’impazzata per completare le opere già iniziate ma si è anche deciso di posticipare altri, importanti interventi al 2026. È il caso del Viadotto Ragazzi del ’99 che doveva essere demolito per lasciare lo spazio a una grande rotatoria.
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L’antefatto
Lo scrivemmo nel 2018. Il Comune annunciò una soluzione assolutamente inedita, mai prefigurata prima. La chiamò “fase 2”: prevedeva di andare ad abbattere e sostituire il Viadotto Ragazzi del ’99 con una ampia rotonda che doveva mettere in comunicazione via Brigata Re con lo stradone della Mainizza e il ponte VIII Agosto.
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Sì, questo era (e resta) il destino del manufatto che costituisce l’entrata principale alla città per gli autoveicoli provenienti dalla strada regionale 56 e dallo stradone della Mainizza. Una soluzione choc ma che - secondo il Comune - avrebbe risolto alla radice il problema di dover affrontare, periodicamente, le manutenzioni di un manufatto che (in effetti) ha accusato più di qualche problema.
La decisione
Che ne è stato di quello studio di fattibilità? Non è stato depennato o eliminato ma solamente rimandato. «Il progetto - annota il sindaco Rodolfo Ziberna - è vivo e vegeto, ci mancherebbe altro, ma abbiamo deciso di posticiparlo a dopo la Capitale europea della cultura perché sarebbe impossibile effettuare quel tipo di intervento ora, sia per i costi sia per i rallentamenti al traffico che comporterebbe».
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Ma è chiaro che il Viadotto, in ogni caso, ha bisogno di manutenzione. Non a caso, il Comune ha dato il via libera ai lavori, questa la dicitura tecnica esatta, «di ripristino e consolidamento delle parti ammalorate del Viadotto Ragazzi del ‘99» per un importo pari a 60.000 euro. «Si tratta - spiega ancora il primo cittadino - di necessari interventi di manutenzione».
Una lunga storia
Il problema del Viadotto alle porte della città per chi proviene da Udine, Lucinico e i paesi limitrofi, è di vecchia data. Era stato accertato che l’impalcato dell’impianto (si tratta di otto campate) era scivolato verso la spalla lato Lucinico. Lo scorrimento era stato misurato in circa 13 centimetri.
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«La verifica statica del viadotto - si legge in una determina - ottempera alla richiesta dei vigili del fuoco espressa dopo il sopralluogo, avvenuto il 7 ottobre 2021, a seguito della segnalazione di un avvenuto distacco di alcuni pezzi di alcune parti copriferro delle armature a causa della loro ossidazione». Ciò ha implicato «la redazione del progetto esecutivo dei necessari interventi di risanamento superficiale, con eventuale suddivisione per fasi dei lavori (relazioni, elaborati grafici di rilievo, computi metrici, cronoprogrammi e quadri economici), la direzione lavori, contabilità e redazione del certificato di regolare esecuzione parziale finale della prima fase dei lavori».
Pertanto, si è provveduto ad affidare il servizio all’ingegner Giovanni Nigris con studio a Campoformido.
«Considerando che il viadotto poteva avere un senso qualche decennio fa mentre oggi non è assolutamente funzionale alle esigenze del traffico - disse nel 2018 il sindaco Ziberna -. Abbiamo inoltrato una richiesta alla Regione affinché una parte dei fondi residui della 56 bis (attuale strada regionale 117) venisse destinata alla rimozione del Viadotto e alla sua sostituzione con una nuova rotonda. Non avrebbe senso, infatti, spendere continuamente fondi nella manutenzione di un manufatto che sta diventando vecchio». Ma, intanto, si è dato il via libera a lavori da 60 mila euro. —
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