Arrivano dall’Economist parole di apprezzamento per il governo Meloni. In particolare, nell’edizione dell’ultima settimana di agosto, l’autorevolissima “bibbia” della finanza anglosassone elogia le politiche per il Sud. Parole che certamente suonano come uno schiaffo a gufi e menagrami. Che propro in queste ore si stanno incaricando di bocciare una manovra economica che ancora non c’è; che affermano checon l’Autonomia differenziata l’esecutivo stia “spaccando l’Italia. Segnaliamo alle opposizioni ancora in cerca d’autore che è la seconda volta in pochi mesi che l’Economist si occupa dell’Italia in maniera lusinghiera. Il che è una notaizia di cui dovrebbero rallegrarsi un po’ tutti.
Tornando alle politiche nper il Sud, la testata nell’articolo rilevava il cambio di passo del Mezzogiorno a livello politico, amministrativo, economico, burocratico. Una vera e propria “rinascita”, che il giornale britannico spiegava con due fattori: i fondi messi a disposizione dall’Unione europea “per rimettere in carreggiata il Meridione nella più ampia strategia di riconnettere i territori in difficoltà; e superare le ataviche divisioni tra i tanti Nord e i Sud europei. Secondo fattore, la capacità dell’esecutivo italiano di utilizzare quei fondi; di non sperperarli. E questo è in linea con l’operato dell’esecutivo, impegnato dall’inizio del suo mandato a chiudere la devatante esperinza del “gratuitamente”, degli inteventi a pioggia, superbonus e calamità varie.
Entrando nel merito dei due fattori considerati, l’ Economist rileva il ruolo decisivo che ha il Next Generation EU: con i 194 miliardi del Pnrr; senza dimenticare i Fondi di Sviluppo e Coesione: ideati proprio per superare le differenze territoriali. Progetti entrati in vigore intorno al 2021, quando a Palazzo Chigi sedeva Mario Draghi a capo del governo arcobaleno. Ma The Economist rovescia persino la vulgata dell’infallibità di SuperMario. E rileva che con il Governo Meloni si è fatto un salto di qualità. Rispetto al governo precedente, “Il governo di Giorgia Meloni ha adottato una linea diversa. Ha centralizzato – si legge – il processo decisionale; limitando il coinvolgimento degli enti locali. E ha speso una parte maggiore del denaro in sussidi volti a promuovere gli obiettivi del Recovery Fund: come rendere l’Europa più verde e più digitale. Ciò richiede meno capacità tecnica e amministrativa. E dovrebbe essere in grado di garantire che i soldi vengano spesi più velocemente”.
A tal riguardo The Economist apre il suo articolo con un racconto apparentemente minuto: protagonista un cittadino di Reggio Calabria; rimasto sorpreso per la celerità (3 giorni) con la quale gli è stata riconsegnata la patente; dopo aver fatto richiesta di rinnovo. Un esempio minimo che è lo specchio della stessa logica con cui vengono erogati i fondi da parte dell’Unione europea: “Bruxelles normalmente eroga denaro dal fondo solo quando è soddisfatta. Soddisfatta che il paese in questione abbia effettuato le riforme e gli investimenti desiderati entro le scadenze fissate”.
L'articolo L’Economist promuove la politica del governo Meloni per il Sud: “Ha fatto meglio di Draghi”. Sinistra muta sembra essere il primo su Secolo d'Italia.