La prima giornata degli Us Open è andata sostanzialmente come ci si aspettava. Ha vinto Matteo Berrettini, applaudito e sostenuto dal pubblico americano durante il match con Ramos-Vinolas. Sarà così anche con Fritz domani? Vedremo. Ha vinto anche Shelton o meglio, ha perso Thiem, congedandosi definitivamente il pubblico di New York che non c’era nel momento più bello della sua carriera, ma che c’è in uno dei momenti più emozionanti. A 31 anni salutiamo un grande giocatore che è al passo d’addio negli Slam. Mancherà. Ha perso anche Rune che assomiglia sempre di più ad un’opera incompiuta di Gaudi. Arriva…ma quando? Tra le donne poco da segnalare se non l’ennesimo ritiro di Maria Sakkari, che dal 2022 (Australia) non vince tre match di seguito in uno slam. Eppure è ancora numero 9. Nella giornata di oggi, molti gli spunti interessanti. Ne selezioniamo due:
Tsitsipas-Kokkinakis: siamo curiosi di vedere questa ipotetica nuova versione del greco senza Apostolos al seguito. Non è mai andato oltre il terzo turno a New York e crediamo ancora che sia un giocatore che può e deve fare molto meglio rispetto a quello che ha fatto vedere finora. Il limite era e resta nella sua testa più che nei suoi colpi. Affronta un giocatore, Kokkinakis che in singolare non ha mai fatto faville, ma che può metterlo in difficoltà. Come in Australia nel 2021 in partita di secondo turno finita 3-2 al quinto per il greco dopo un match di oltre 4 ore e mezzo.
Sinner-McDonal: ed eccoci qui. All’esordio del numero 1 al mondo che scende in campo dopo aver attraversato le forche caudine, 4 condanne e 5 fucilazioni in pubblica piazza, il tutto solo in una settimana che gli sarà sembrata lunga una vita. Torna a fare quello che più gli riesce meglio, dovrà scollarsi di dosso tutto quello che gli è arrivato. Non pensiamo che sia un supereroe; non ci accoderemo a tutti quelli che dicono che sia più forte ora. Di sicuro avrà e continuerà a patire per questa storia ma ha le armi per difendersi. Soprattutto in campo.
Carlo Galati @thecharlesgram