TRIESTE. È un’investitura che cade dall’alto, scelta presa nel segno della continuità, quella che riporta sul braccio di Lodovico Deangeli la fascia di capitano.
Sarà ancora il numero otto, dunque, il punto di riferimento dello spogliatoio biancorosso anche nella stagione del ritorno nella massima serie.
È Michael Arcieri a spiegare il perché di una decisione fortemente voluta da tutta la società.
«Lodovico mi ha colpito fin dalla mia prima settimana a Trieste – racconta il general manager biancorosso –. Durante un pranzo abbiamo discusso di molti argomenti, tra cui la nostra amata città e il nostro sport. Ha dimostrato umiltà, maturità, intelligenza e sensibilità ben oltre la sua età. Come ogni grande leader, mette gli altri al primo posto in tutto ciò che fa. Il suo contributo al nostro successo nella scorsa stagione si è reso evidente in modi grandi e piccoli, a volte sottili e altre volte molto espliciti. La sua crescita come giocatore, leader e figlio prediletto della nostra città è stata un piacere da testimoniare. È un grande ambasciatore del biancorosso e un modello per tutti noi. Non potremmo essere più orgogliosi di chiamarlo “il nostro capitano” e di averlo alla guida nel viaggio che ci attende».
Parole importanti che confermano la stima nei confronti di un giocatore che nel corso dell’estate, a promozione ottenuta, ha parlato chiaramente con il giemme statunitense pregandolo di non considerare il contratto in essere come vincolante. Voleva che una eventuale conferma non dipendesse da un pezzo di carta firmato. I concetti espressi da Arcieri e la decisione di confermarlo come capitano di Trieste sono la risposta migliore alla richiesta del giocatore.
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«Il privilegio di poter essere capitano della squadra della mia città anche nella massima serie mi rende felice – sottolinea Deangeli –. È un ruolo bello e importante e il fatto che, a differenza della passata stagione, alla vigilia del campionato Mike abbia voluto annunciarlo spendendo anche parole d’elogio nei miei confronti è una soddisfazione ancora maggiore».
Soddisfazione che nasconde la responsabilità di contribuire a tenere unito il gruppo alla vigilia di un campionato che Trieste vuole vivere da protagonista. Ambizioni che alzeranno il livello di competitività nel gruppo e renderanno particolarmente difficile la possibilità di trovare minuti da spendere sul parquet.
«Ho le idee chiare, molto più di quanto non era successo nella passata stagione in serie A2, su quello che dovrà essere il mio ruolo nel prossimo campionato – conclude Lodovico –. Bisognerà guadagnarsi lo spazio con la serietà e il lavoro duro e questo sarà l’approccio necessario nel corso di tutto l’anno. Per questo sono e sarò sempre il primo ad arrivare in palestra e così farò fino all’ultimo giorno di questo campionato. Non so se e quando arriverà la mia chance, quello che so è che quando arriverà sarà importante sfruttarla nel miglior modo possibile. Per questo ci sarà bisogno del miglior Lodovico Deangeli che potrò essere».