IVREA. «Ci dobbiamo porre un tema: l’attuale stazione, per la vicinanza al sito Unesco, non è più idonea a restare come è ora. Sono locali non nostri e non abbiamo titolo per agire: piuttosto, che ce li diano. Ne parleremo con Rfi, con cui abbiamo in programma un lungo incontro a inizio settembre».
Non si nasconde certo dietro a un dito, il sindaco di Ivrea Matteo Chiantore. La sua idea è di affrontare quanto prima possibile il nodo stazione, in cui quest’estate è successo davvero di tutto. Zona di piccolo spaccio, di degrado urbano, di risse, ormai invivibile a detta dei pendolari e di chi ci passa ogni giorno. A cui si aggiunge pure la grana dei bus sostitutivi, che dopo aver danneggiato la pensilina, hanno buttato giù un muro del piazzale antistante la zona dove parcheggiano i taxi.
Ovviamente, Chiantore, non fa di tutta l’erba un fascio. È consapevole che prima di affrontare i problemi, è necessario discernere. E così, parte proprio dalla questione dei bus sostitutivi. «È evidente - precisa il sindaco - che in una piazza apprestata ad un uso intensivo in modo temporaneo, è sottoposta a un carico superiore rispetto a quello a cui è destinata, possano esserci dei contrattempi. Possiamo escludere che le stesse cose accadano dall’altra parte, dove c’è il Movicentro? E poi bisognerebbe dirlo ai viaggiatori che vanno ad Aosta, e che impiegherebbero 7-8 minuti di corsa in più, quando non c’è traffico. La scelta è stata ponderata per favorire i tempi di percorrenza. Dobbiamo ricordarci, inoltre, che il sito idoneo non esiste: è una sistemazione straordinaria dovuta a un cantiere straordinario, altrimenti non ci sarebbe bisogno della ferrovia. Un luogo che possa ospitare tutto questo, in città, non c’è e non bisogna strumentalizzare».
Diversa, invece, è la questione degli episodi violenti, dei bivacchi con abbandono dei rifiuti e della sporcizia in stazione. Chiantore intende prenderla di petto, già da settembre.
«Con Rfi - spiega Chiantore - dobbiamo chiarire quale vuole essere futuro di quel punto, che per noi è strategico. Una delle possibili soluzioni è ottenere una concessione per la stazione, anche dal lato di corso Nigra come per il Movicentro, per ottenere il rilancio di quell’area. A quel punto si potrebbe fare un ragionamento con il mondo associativo. Il punto è che da questa parte non c’è un presidio, non c’è nessuno. Piuttosto che lasciarla all’abbandono, che ce la diano. Altrimenti dove non c’è nessuno che vigila, si crea il vuoto. Dobbiamo avere titolo per poter agire». L’idea è intrigante e verrà affrontata con Rfi nel lungo incontro in programma a inizio settembre. Quello, per dire, in cui è in programma pure la discussione sul mezzo milione di euro di canone unico patrimoniale, che il Comune ha chiesto Rete ferroviaria italiana per il cantiere dell’elettrificazione. E che Rfi, che oppone l’interesse pubblico dell’opera, non vorrebbe pagare. a.s.