Siamo all’anno zero e la speranza per tutti i tifosi biancoscudati è che da qui si possa soltanto risalire. La campagna abbonamenti del Padova si è chiusa con il dato più basso di sempre allo stadio Euganeo. Sono appena 1010 i tifosi che hanno prenotato il proprio posto per le gare casalinghe: un calo del 55% rispetto alla scorsa stagione, quando alla fine della campagna estiva le tessere erano 2.264.
È la conseguenza della protesta promossa dagli ultras e appoggiata da altri gruppi come Appartenenza Biancoscudata. Già lo scorso giugno i tifosi più caldi hanno invitato tutti gli appassionati a non sottoscrivere l’abbonamento, a disertare le gare casalinghe e a seguire la squadra solo in trasferta per protestare contro le condizioni dell'Euganeo e la gestione societaria. Quasi tutti gli abbonamenti persi, infatti, provengono dalla Tribuna Est, visto che alla fine della scorsa campagna estiva erano circa 1.800 gli abbonamenti sottoscritti in Est, mentre ora sono 556.
È questa l’ennesima dimostrazione che la piazza padovana non conosce mezze misure. In appena sei stagioni, infatti, la gestione Oughourlian è passata dal record storico positivo di abbonamenti in Serie C a quello negativo. Nel 2019/20, nel primo anno di proprietà franco-armena, la campagna estiva del Padova aveva toccato quota 3.709 tessere stagionali vendute. Il dato più alto di sempre in terza serie.
Da quel momento in poi, tuttavia, tre fattori negativi hanno agito contemporaneamente, fiaccando la passione del popolo biancoscudato. In primo luogo, è arrivata la pandemia che ha chiuso gli stadi per un anno e mezzo. Ma se questo è un aspetto comune a tutte le piazze, gli altri due si sono concentrati esclusivamente su Padova. La Gazzetta dello Sport di ieri ha definito la squadra biancoscudata “eterna seconda”. Dal 2020 in poi il Padova ha collezionato tre secondi posti e due finali playoff perse.
In ogni caso, Padova ha dimostrato negli anni di essere capace di ripartire con slancio dopo picchi negativi. Nel 2005/06 gli abbonati in Serie C (senza scioperi) erano 2.095. Quattro anni dopo, grazie alla promozione in Serie B, si raddoppiarono arrivando a 4.038. La soglia dei 4.000 si è mantenuta fino al fallimento del 2014, prima dei già citati slanci dell’era Bonetto, fino all’attuale anno zero.