Gesti intimidatori e contestazioni a Taranto. Tre bombe carta sono state lanciate e fatte esplodere la scorsa notte (mercoledì, 21 agosto) nella villa di Leporano di Massimo Giove, presidente dimissionario del club pugliese: non ci sono feriti. Sul posto, è intervenuta anche la Digos per effettuare i rilievi. Un escalation di avvenimenti, specchio di una spaccatura totale tra la tifoseria e la società in vendita, culminati con un corteo di protesta in città (terminato con un presidio sotto il Municipio). Al centro delle polemiche, i problemi relativi all’utilizzo dello stadio Iacovone, che sarà oggetto di ristrutturazione in vista dei Giochi del Mediterraneo 2026. La commissione pubblico spettacolo, infatti, non si è ancora espressa in merito. Nonostante i lavori di restyling per l’evento, dove giocherà il Taranto? Un rebus, ancora tutto da risolvere e una risposta che tarda ad arrivare. E intanto, la stagione è alle porte.
Club in vendita, contestazioni e caos societario
A Taranto c’è incertezza sul futuro e si respira un clima di tensione insanabile. “Chiunque fosse interessato a subentrare nella società rossoblù potrà rivolgersi e fare richiesta direttamente alla segreteria del Taranto Calcio. Intanto il presidente dimissionario, Massimo Giove ha incontrato alcuni gruppi della tifoseria confermando il suo disimpegno totale. Sull’acquisto del Taranto avrebbe posto due condizioni: la cessione delle pendenze e della massa debitoria”. Tutto era nato da questo comunicato: nei primi giorni d’agosto la società pugliese aveva ufficializzato la volontà di mettere in vendità il club.
Nonostante le varie smentite da parte della società rispetto alle trattative con alcuni gruppi imprenditoriali accostati negli ultimi giorni, nella giornata di ieri l’APS Taras 706 a.C. – associazione dei tifosi che hanno fondato il Taranto – avrebbe incontrato il rappresentante di una solida cordata interessata ad acquisire le quote di maggioranza del club.
Il restyling dello stadio Iacovone è un rebus
L’incertezza stadio rimane al centro delle decisioni societarie. Dubbi e perplessità che hanno portato alle dimissioni di Massimo Giove: i lavori in corso, infatti, non consentirebbero alla società di programmare regolarmente l’avvio della prossima stagione. Per venire incontro alle necessità, la società pubblica Sport e Salute prevederebbe – con una serie di accorgimenti – l’utilizzo in contemporanea dell’impianto, garantendo oltre i lavori anche il normale svolgimento delle partite casalinghe del Taranto. La commissione pubblico spettacolo coordinata dalla Prefettura (organo abilitato a dare il via libera o meno) non si è ancora espresso. L’attesa continua, ma Giove e i tifosi non ci stanno.
Intanto, con il ritiro precampionato sospeso (proprio a causa dell’inagibilità della struttura), l’addio dell’allenatore Ezio Capuano e con Fabrizio Lucchesi (direttore generale) a capo provvisoriamente della società – scelto dal dimissionario Giove con l’obiettivo di traghettare il sodalizio sportivo verso i nuovi acquirenti, attualmente inesistenti – il Taranto si prepara all’esordio stagionale in Serie C contro il Giugliano. E la sede in cui il club giocherà le gare interne resta ancora un mistero. I tifosi aspettano e contestano.
L'articolo Tre bombe carta contro la villa del presidente dimissionario Giove: dure contestazioni dei tifosi contro il Taranto Calcio proviene da Il Fatto Quotidiano.