TRIESTE Intervento pubblico e iniziativa privata coesisteranno in Porto Vecchio per decenni. Il viale monumentale e il campus sportivo saranno finanziati dal Pnrr, come il parco lineare il cui cantiere mercoledì mattina ha smantellato il varco del Molo IV, aprendo lo sguardo della città sui lavori che trasformeranno l’antico scalo di Trieste.
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Il polo museale è finanziato dal ministero della Cultura, i sottoservizi dal Comune, quattro magazzini saranno ristrutturati dalla Regione e altri 19 tramite project financing, con la bergamasca Costim che propone anche di prendere in concessione la linea di costa per 50 anni.
In tutto 66 ettari da riqualificare con un cronoprogramma di oltre nove anni di lavori e un mix di fondi europei, ministeriali, regionali, comunali e privati vicini al miliardo.
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GLI INTERVENTI PUBBLICI
I lavori già consegnati e quelli da avviare ammontano a quasi 380 milioni da risorse pubbliche, tra cui più di 7 milioni investiti dal Comune solo per l’infrastrutturazione di tutti i sottoservizi che saranno allacciati nella futura area del Porto Vivo.
I PRIMI LOTTI
In conto all’amministrazione municipale ci sono i 5 milioni del primo lotto iniziato con Esof e terminato nel 2020 per il restyling della viabilità nello scalo e la realizzazione della rotatoria nell’area del centro congressi, costato a sua volta 17 milioni appaltati dal Comune (in partenariato).
Il secondo lotto da 10 milioni è stato consegnato in febbraio con l’apertura della bretella di collegamento tra Porto Vecchio e largo Santos, mentre mezzo milione è stato speso per il park Bovedo.
Altri 30,4 milioni sono arrivati dall’Autorità portuale per la sottostazione elettrica, la centrale idrodinamica, il capannone in Molo IV e la ristrutturazione di parte del Magazzino 26, dove sorgerà il futuro Museo del mare finanziato dal ministero della Cultura con 33 milioni.
In marzo è partito il terzo lotto da 19 milioni del Pnrr per il viale monumentale che attraverserà lo scalo, parallelo al tragitto della futura cabinovia che costerà 60 milioni.
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I CANTIERI APERTI E Il MOLO IV
Ruspe e pale meccaniche non si fermano e, dopo la rimozione di casse e sbarre, mercoledì mattina le ditte incaricate dal Comune hanno smantellato pensilina e varco di accesso del Molo IV.
Il parcheggio è cessato di esistere per come lo conoscono triestini e turisti, dopo il taglio di 305 stalli – sui 485 disponibili fino a pochi giorni fa – per consentire l’avanzamento del cantiere che farà nascere il parco lineare coperto dal Pnrr con 23 milioni.
Nelle disponibilità di Trieste Terminal Passeggeri restano adesso i 180 posti lato mare, riservati prevalentemente ai croceristi, che da ieri accederanno al park dalla bretellina parallela a corso Cavour.
I LAVORI DA AVVIARE
In ottobre partiranno anche i lavori per la cittadella sportiva, finanziata con 4,7 milioni del Pnrr. Sorgerà sul Terrapieno di Barcola, la cui bonifica ha richiesto per la zona uno stanziamento di altri 5,5 milioni.
La riqualificazione della volta del torrente Chiave impegnerà altri 800 mila euro, messi dalla Regione, che intanto si prepara alla riqualificazione da 150 milioni dei magazzini 7, 10, 21 e 118, già acquistati per 9,8 milioni. I quattro fabbricati ospiteranno oltre mille dipendenti regionali, e ai nuovi uffici si affiancherà il centro per l’impiego che il Comune intende realizzare nel magazzino 117 con altri 3,3 milioni di euro.
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LA PARTITA DEL PROJECT
A questi interventi pubblici si affianca il recupero dei restanti 19 fabbricati, dei cinque moli e dei tre chilometri di banchine in area demaniale o comunale, che saranno invece riqualificati tramite partenariato pubblico-privato.
Il piano proposto dalla bergamasca Costim (costato 2,2 milioni in fase di progettazione) e su cui andrà costruito il bando di gara prevede nove anni e mezzo di cantieri e lavori per oltre 620 milioni di euro su due binari paralleli.
LE INIZIATIVE PRIVATE
Il primo asse è l’alienazione dei magazzini, che la società punta ad acquistare su una base d’asta di 45,9 milioni con proventi da suddividere tra Autorità portuale (85%) e Comune (15%). I fabbricati verranno quindi ristrutturati, ampliati o demoliti e ricostruiti attraverso lavori stimati per 458 milioni, venendo poi affittati o venduti con destinazione diversa.
Tutte le aree pubbliche – di proprietà comunale o demaniale marittima – saranno invece prese in concessione di modo da procedere alla riqualificazione della linea di costa e alla realizzazione di «opere di interesse pubblico». Il piano prevede un contratto di concessione di 50 anni a favore dei privati, con l’impegno a versare un canone d’uso annuo di 599 mila euro al Demanio e di 215 mila al Comune. A questi si sommeranno altri 162 milioni a carico del privato per la realizzazione delle opere pubbliche: marine, impianti balneari e un centro benessere. —
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