Persino l’ex pm di Mani pulite Antonio Di Pietro si lancia in difesa di Arianna Meloni. Il simbolo di “Mani Pulite”, diventato suo malgrado l’uomo-copertina dei giustizialisti senza se e senza ma, stavolta ha fiutato la pista giusta. E non esita a ipotizzare a qualche “manina”, che lui definisce “entità”, che sta orchestrando il tutto, fuori anche dalla Magistratura.
Il volto simbolo di Mani pulite sceglie prima un intervento televisivo per solidarizzare con la sorella del presidente del Consiglio. «Tutta la mia solidarietà ad Arianna Meloni – dichiara a La 7 – ne pagherà comunque le conseguenze. Non è Giorgia Meloni, fa attività politica e nessuno glielo può impedire. O Sallusti ha fatto un’azione eversiva o dice delle cose vere».
«Solidarietà ad Arianna Meloni, è finita nel tritacarne mediatico-giudiziario proprio come me», ribadisce lo stesso Di Pietro in un’intervista a Libero e aggiunge: «Arianna va giudicata per quel che è lei, non perché è la sorella del presidente del Consiglio. Viene messa nell’occhio del ciclone per arrivare a Giorgia Meloni ed è una criminalizzazione ingiustificata. Stabilito questo principio – sottolinea l’ex magistrato di Mani Pulite – Arianna Meloni è un dirigente di partito. Non so se abbia partecipato o meno a nomine, ma io chiedo: perché mai un dirigente non dovrebbe partecipare a scelte di cui deve farsi carico il suo partito? Le nomine istituzionali sono sempre state fatte su base partitica. Arianna Meloni dovrebbe essere giudicata per la sua scelta, non in quanto sorella». Secondo Di Pietro, «ad indagare potrebbe non essere la magistratura, ma qualche altra entità come spezzoni dei servizi segreti, come è capitato a me».
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