STARANZANO. Non finisce mai di stupire la Riserva naturale regionale Foce Isonzo. Nei giorni scorsi è comparso per la prima volta, infatti, un cervo che si aggirava ai margini della boscaglia.
È stato avvistato mentre brucava l’erba e fotografato dagli operatori della Stazione biologica dell’Isola della Cona (la Sbic). Una nuova presenza, dunque, che non è sfuggita agli occhi attenti dei naturalisti abituati negli ultimi periodi all’arrivo di nuove specie nell’area protetta.
E così dopo la scontata presenza di “famigliole” di cinghiali che vagano spesso al confine della Riserva in cerca di cibo e dello sciacallo dorato “pizzicato” a gennaio con le foto-trappole, l’arrivo del cervo arricchisce ancora di più la già elevata biodiversità del sito dando un’ulteriore un’opportunità ai visitatori della Cona, pregevole oasi naturalistica dell’Alto Adriatico che accoglie annualmente oltre 20 mila uccelli, in particolare dalle fredde regioni dal Nord Europa.
«Ad agosto inoltre – spiega il naturalista Matteo De Luca –, sotto il profilo dei lavori di manutenzione, la Riserva è interessata dagli interventi di gestione programmati, che comportano il prosciugamento a rotazione dei vari bacini, lo sfalcio e asporto della vegetazione e il successivo riallagamento. In questo periodo è già significativa la migrazione di alcune specie di uccelli che intraprendono la strada per raggiungere i luoghi in cui passeranno l’inverno».
«I livelli bassi ed i fanghi emersi – aggiunge – offrono l’opportunità di osservare differenti specie di limicoli in sosta per l’alimentazione. Tra questi si notano il cavaliere d’Italia, il corriere piccolo, il gambecchio, il piovanello pancianera, il totano moro, la pivieressa. Specie che gli esperti conoscono molto bene. In questo periodo si osservano anche diversi esemplari di mignattaio, un ibis di colore scuro con riflessi iridescenti e poi è tornata a mostrarsi nuovamente l’aquila di mare che per un periodo non si vedeva».
Nel corso dell’estate nella parte alta della Riserva, lungo i boschi dell’Isonzo è stata documentata, dunque, anche la presenza del cervo, grosso ungulato che si auspica nei prossimi anni potrà essere visibile ancor di più alla Cona.
«La scoperta è tutta questione di un’osservazione continua – aggiunge De Luca – a beneficio di coloro che abitualmente frequentano queste aree, ma anche visitatori nuovi che arrivano dalla vicina Slovenia e dell’Austria». In questo lavoro, infatti, diversi risultati sono possibili con le foto-trappole come è capitato di recente con lo sciacallo dorato nell’individuazione di un sito riproduttivo sempre all’interno della Riserva naturale, dove nel 2022 sono venuti alla luce otto cuccioli, cinque nel 2023. Ciro Vitiello /