TRIESTE «Tra i tabulati telefonici e i dati che emergono guardando il contenuto del cellulare di Liliana Resinovich ci sono delle incongruenze». In attesa degli esiti della super perizia medico-legale sui resti di Liliana Resinovich, che la Procura di Trieste ha affidato all’antropologa forense Cristina Cattaneo, il legale del fratello della 63enne anticipa quanto sarebbe emerso dagli ulteriori accertamenti tecnici disposti dalla Procura sullo smartphone della donna.
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A stimolare le verifiche suppletive sul dispositivo – il consulente della Procura è l’ingegnere Nicola Chemello che si era occupato dell’analisi dei cellulari anche nella prima fase dell’indagine – erano state alcune anomalie rilevate da Francesco Zorzi, il consulente informatico della famiglia Resinovich. Il professionista aveva riscontrato che il 14 dicembre 2021, giorno della scomparsa di Liliana, a fronte di una chiamata indirizzata alle 10.56 al numero di Liliana era scattata la segreteria telefonica.
Qualcuno aveva chiuso quella telefonata? In quel momento però, stando alla ricostruzione di quella mattinata cruciale per le indagini, la donna era già uscita dalla sua abitazione di via del Verrocchio, lasciando i suoi telefoni su un mobile, quando in casa non c’era nessuno. Da qui l’approfondimento tecnico, con una copia forense esaustiva “Fullfile system”, per capire se in quella mattinata c’è stata interazione umana su quel dispositivo.
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«È emersa una discrasia anomala tra l’attività riportata dal tabulato telefonico e telematico nella fascia oraria dalle 11.24 alle 13.06, che evidenzia dei contatti – ci spiega l’avvocato Nicodemo Gentile, presidente dell’associazione Penelope e legale di Sergio Resinovich, che ha diffuso le anticipazioni con un comunicato – e la copia forense dei dati che emergono analizzando il telefono».
Dai tabulati risulterebbe che quella mattina il telefono aveva ricevuto quantomeno dei tentativi di chiamata, mentre guardando la semplice memoria del cellulare quei contatti non risultano. «A questo punto – così Gentile – abbiamo chiesto alla Procura un’estensione del quesito, che vada a chiarire il perché di questa incongruenza, di cosa possa averla determinata».
E ancora «visto che si tratta del telefono di una persona morta in circostanze equivoche e sospette che non sono state ancora chiarite abbiamo chiesto di capire come mai i tabulati riportano quella famosa telefonata delle 8.22 dello stesso 21 dicembre 2021 tra Claudio Sterpin e Liliana, mentre nel registro delle chiamate del telefono non c’è traccia». Un elemento, quest’ultimo, che gli investigatori della Squadra mobile cui il sostituto procuratore Maddalena Chergia ha affidato le indagini, avevano comunque già evidenziato.
«Quello che vogliamo sapere è a che ora quella telefonata è stata cancellata dal registro delle chiamate – indica Gentile –: prima che Liliana esca di casa o, ad esempio, alle 11? La risposta potrebbe fare la differenza». Ovvero, l’evidenza di quella chiamata con Sterpin è stata fatta sparire da Liliana, come era abituata a fare per non lasciare traccia del loro rapporto, o è stata cancellata da qualcun altro? E in quel caso, da chi e a che ora? —
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