La scorsa notte le forze di sicurezza israeliane hanno recuperato sei corpi di ostaggi in un'operazione speciale. Tra le persone ritrovate dall'IDF e dallo Shin Bet ci sono Chaim Peri, Yoram Metzger, Avraham Munder, Nadav Popolwal, Alexander Danzig e Yagav Buchstab, rapiti vivi e uccisi durante la prigionia di Hamas nella Striscia di Gaza. L'operazione di salvataggio è stata condotta sotto il comando della 98ª Divisione e portata avanti dalla Brigata paracadutisti, dall'Unità "Yahalom" e dal 75° Battaglione, insieme alle forze dell'ISA, ed è stata resa possibile da informazioni precise dell'ISA, delle unità di intelligence dell'IDF e del quartier generale degli ostaggi della Direzione dell'Intelligence dell'IDF.
A seguito di una procedura di identificazione effettuata dall'Istituto Nazionale di Medicina Legale e dalla Polizia di Israele, la squadra ostaggi della Direzione della Manodopera dell'IDF, che è responsabile dell'accompagnamento delle famiglie degli ostaggi, ha preso contatto con le loro famiglie e le comunità. Ufficialmente, gli ostaggi ancora nelle mani di Hamas sono 109, ma, secondo alcune stime, quelli vivi sarebbero 57. Purtroppo, si tratta di una stima molto ottimistica. La notizia arriva dopo che Hamas ha nuovamente respinto l'ipotesi di un accordo per un cessate il fuoco, e lo ha fatto con una serie di dichiarazioni dei vari leader, ad esempio Yahya Sinwar, che sostiene, secondo il Wall Street Journal, che l'ultimo ciclo di negoziati per il rilascio degli ostaggi e un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza «sia un inganno ideato per guadagnare più tempo a favore delle operazioni militari israeliane nella regione». Ieri a Gerusalemme, al termine dell’incontro durato tre ore con il Segretario di Stato americano Antony Blinken, il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha rilasciato una dichiarazione pubblica in cui appoggia la recente «proposta ponte» avanzata dagli Stati Uniti e presentata a Israele, nonché trasmessa ad Hamas al termine dei colloqui di Doha la scorsa settimana. «Il Primo ministro ha riaffermato l'impegno di Israele nei confronti della proposta americana attuale per la liberazione dei nostri ostaggi, tenendo conto delle esigenze di sicurezza di Israele, su cui insiste fermamente», si legge in una nota diffusa in ebraico e in inglese dall'ufficio di Netanyahu, che per la prima volta ha approvato pubblicamente la nuova formula proposta dagli Stati Uniti. Si tratta di un grosso passo avanti, dato che sabato scorso Israele aveva accolto con grande prudenza la nuova proposta americana, con Netanyahu che aveva dichiarato che «essa contiene elementi accettabili per Israele».
Ieri sera, gli attacchi aerei israeliani hanno colpito i depositi di armi di Hezbollah nella profonda valle orientale della Bekaa, in Libano, secondo quanto dichiarato dall'esercito lunedì sera. Nel frattempo, un rapporto dei media libanesi, ripreso da Times of Israel, ha suggerito che l'attacco di rappresaglia, minacciato in risposta all'uccisione del comandante in capo del gruppo terroristico, potrebbe riprendere dopo che Hamas ha rifiutato le condizioni di tregua proposte per mettere fine ai combattimenti a Gaza. I media statali libanesi hanno riportato che almeno tre attacchi aerei israeliani hanno colpito diverse città nel distretto di Baalbek, situato nel nord-est del Libano. I video girati sulla scena hanno mostrato un vasto incendio e numerose esplosioni che sono seguite all'impatto iniziale. A partire dall'8 ottobre 2024, le forze guidate da Hezbollah hanno lanciato attacchi quasi quotidiani contro le comunità e le postazioni militari israeliane lungo il confine, dichiarando che queste azioni sono a sostegno di Gaza nel contesto del conflitto in corso. Finora, questi combattimenti hanno provocato la morte di 26 civili israeliani, oltre a quella di 19 soldati e riservisti dell'IDF. Hezbollah ha dichiarato che 415 dei suoi membri sono stati uccisi da Israele durante le attuali schermaglie, principalmente in Libano, ma alcuni anche in Siria. In Libano, sono stati uccisi anche 72 membri di altri gruppi terroristici, un soldato libanese e decine di civili.