«Salite sulla carrozza del campionato di serie A2. Ci sarà da divertirsi». Firmato: Michele Antonutti. L’ex capitano dell’Apu Udine presenta la stagione che ufficialmente per la squadra bianconera ha preso il via la scorsa settimana con il raduno e i primi giorni di allenamento in palestra.
Antonutti, che aria si respira attorno all’Apu?
«Direi frizzante. E ne abbiamo avuto conferma sabato a Lignano alla presentazione della squadra. C’è voglia di tornare a vedere pallacanestro e ai tifosi l’idea di averli al centro del nostro progetto piace. La campagna abbonamenti sta procedendo a gonfie vele e il Memorial Pajetta sarà un primo significativo test con squadre di A2».
Coach Vertemati ha detto: «Siamo più forti». Concorda?
«Diciamo che si è cercato di migliorare le caratteristiche in cui abbiamo sofferto la scorsa stagione e mi riferisco soprattutto alla fisicità nel reparto guardie».
E a chi sostiene che si è perso qualcosa sotto canestro cosa risponde?
«Dico che il nostro è un reparto che può sembrare poco appariscente ma che in realtà sarà molto sostanzioso. E poi abbiamo preso un americano, Jonhson che è un numero 4 ma che è anche un gran realizzatore».
Ogni anno Udine cambia la coppia di americani. Perché?
«Non è una caratteristica solo nostra, è una questione di mercato. Oggi la A2 è un torneo non di arrivo ma di transizione nel quale i giocatori si mettono in evidenza e poi vanno altrove».
Per la prima volta l’Apu punta su una coppia di stranieri che giocano da 1 e da 4.
«Anche questo credo crei parecchia attesa nella tifoseria che è curiosa di vedere come verranno inseriti nei meccanismi di gioco. Hickey è un playmaker che crea gioco per sè e per gli altri e lo ripeto, Johnson è un realizzatore che può spostare molto».
Si torna al campionato a girone unico con 20 squadre che molti addetti ai lavori hanno definito il migliore di sempre. Concorda?
«Diciamo che torna a essere il torneo di Legadue di quando ero giovane io e che stava appena un gradino sotto la serie A. È sparita la fase a orologio e tutte le partite saranno importanti anche perché la prima classificata sarà direttamente promossa in serie A. E poi ci sono molte piazze storiche, da Cantù a Bologna, da Pesaro a Brindisi, si giocherà in palazzetti importanti anche questo creerà interesse e suspance. Per le squadre, considerato che la prima sarà promossa, sarà importante anche la gestione della tensione».
A rendere più affascinante il campionato sarà anche la presenza di molti grandi allenatori che hanno lavorato al piano di sopra: Bucchi, Sacripanti, Boniciolli...
«Concordo. Anche questo sarà un grande motivo di interesse. Ci sono almeno cinque-sei squadre che potrebbe stare tranquillamente in serie A e molti coach top».
Si sbilanci e ci dica su quale squadra scommetterebbe un euro per il primo posto.
«Per scaramanzia non lo dirò mai, ma un nome lo faccio e dico che Rimini, pur non essendo inserita nel ruolo delle favorite, sarà una outsider da tenere d’occhio. Noi le faremo visita all’esordio, sarà un bel banco di prova».
Non si sbilancia per scaramanzia perché spera che quella squadra sia l’Apu?
«Quello che conta e che da anni Udine è tra le squadre che lottano per i primi posti: significa che dietro c’è una società solida e importante e con lei anche un settore giovanile».
Una curiosità: Trapani al piano superiore che campionato farà?
«Costruire un roster di buoni giocatori non significa automaticamente fare un campionato di livello. È importante strutturarsi anche tra alti e bassi perché il salto di categoria lo si sente».
Michele, durante la semifinale delle Olimpiadi quando gli Usa erano sotto di 16 nel terzo quarto con la Serbia ha pensato che potessero perdere?
«Allargo il ragionamento e dico che Parigi 2024 ha detto che il basket europeo si è molto avvicinato a quello delle stelle Usa. E il prossimo passaggio sarà quello dei campionati africani».