Come si possono riempire i “vuoti” dell’Udinese vista all’opera contro il Bologna? Inserendo via via le pedine arrivare nelle ultime settimane attraverso delle robuste dosi di lavoro quotidiano sul campo d’allenamento e operando magari sul mercato per correggere la rotta in extremis.
Se il carattere non è mancato, come ha sottolineato lo stesso Kosta Runjaic in sede di commento, non si possono nascondere le difficoltà in fase propositiva, in special modo sulle fasce laterali, dove gli esterni titolari, Kingsley Ehizibue e Hassane Kamana hanno giostrato soprattutto in retroguardia, costretti dalle qualità tattiche della squadra di Italiano, abile nella pressione alta, e anche dalla pochezza delle loro giocate nella metà campo avversaria.
Tra i due è stato Ehizibue a non convincere, visto che sulla sinistra Kamara è riuscito a tamponare meglio le puntate del Bologna verso l’area bianconero, laddove sulla destra la difesa si è trovata spesso ad affrontare le volate offensive di Ndoye, poco schermato dall’esterno di passaporto olandese.
Ebosele è rimasto seduto in panchina per tutti e 90 i minuti (mentre sull’altra fascia è entrato Zemura per il rush finale), il portoghese Esteves, acquistato una decina di giorni fa, non è stato neppure incluso tra le riserve per decisione di mister Runjaic.
Possibile che l’Udinese scelga di tornare sul mercato in cerca di una pedina di essere più propositiva sulla destra?
Difficile ma non impossibile, soprattutto se dovessero riprendere quota le voci di un’uscita di Ebosele che, a un certo punto dell’estate bianconera, era stato accostato ai turchi del Galatasaray che poi non hanno affondato il colpo. Certo è che tenerlo a “bagnomaria”, considerando le persistenti ingenuità dell’irlandese, non gioverebbe al suo processo di crescita: o ci credi, o lo cedi. E magariporti qui un altro giovane in grado di alimentare il duello con Esteves alle spalle di Ehizibue che così non potrebbe credere di essere un titolare quasi intoccabile.
Il mercato però potrebbe anche portare via altre pedine importanti e collaudate, come è successo pochi giorni fa con Samardzic, finito all’Atalanta grazie a quella che Gino Pozzo ha giudicato l’offerta giusta.
L’Udinese è una società venditrice che si rigenera grazie alla valorizzazione e alle cessioni dei suoi talenti, ma se nel caso del nazionale serbo, un centrocampista offensivo, si tratta di una partenza in un reparto piuttosto affollato dopo l’arrivo di Ekkelenkamp e Karlstrorm, nel caso di un possibile addio a Nehuen Perez sarebbe piuttosto pesante negli equilibri della rosa di Runjaic, visto che Kabasele è un’incognita dopo la stagiore “spaventosa” all’esordio in Italia, e che Kristensen sta riprendendo solo adesso dopo un lungo stop.
Sull’argentino c’è sempre il Porto che avrebbe rilanciato per strapparlo all’Udinese, ma che non arriva ai 20 milioni chiesti dai bianconeri che devo fare i conti anche con un diritto di recompra dell’Atletico Madrid da sistemare.
I portoghesi sono fermi a 15 di parte fissa, tanto che il presidente Villas Boas ha dichiarato: «Le richieste per Perez sono impossibili per il Porto. L’ultima proposta è stata formulata, se non sarà accettata prenderemo un’altra strada».
Ma in tempo di mercato le parole sono come dicevano i latini: verba volant.
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