Carlos Alcaraz comincerà lo Us Open con la possibilità di realizzare il cosiddetto “Surface Slam”, ovverosia vincere tre Major su altrettante superfici diverse nell’arco della medesima stagione. Lo spagnolo ha già primeggiato sulla terra di Parigi e sull’erba di Wimbledon, dunque un’affermazione sul cemento di New York completerebbe l’opera.
Dal 1978 – anno in cui lo Slam americano si è trasferito a Flushing Meadows, allargando l’orizzonte agli hard courts (fino a quel momento mai utilizzati per i tornei più importanti) – a oggi, solamente due uomini sono stati capaci di imporsi su ogni terreno in una singola stagione.
Parliamo di Rafael Nadal nel 2010 e Novak Djokovic nel 2021 (quest’ultimo tramite l’Australian Open, ma il Surface Slam ha il pregio di poter essere a geometria variabile). Come si può facilmente evincere, se Alcaraz dovesse trionfare allo Us Open, diventerebbe il più giovane in assoluto a tagliare il significativo traguardo (il connazionale aveva 24 anni, il serbo addirittura 34).
Certo, l’impresa è complicatissima. Lo testimonia la dinamica che due mostri sacri quali Nole e Rafa l’abbiano realizzata solo una volta. Inoltre, il fatto che Roger Federer non l’abbia mai compiuta certifica viepiù quanto sia inusuale (per l’elvetico l’anno buono avrebbe potuto essere il 2009, ma fu sgambettato da Juan Martin Del Potro proprio negli Usa).
Insomma, la precocità non fa certo difetto ad Alcaraz, in qualsiasi sport i tempi possono cambiare e talvolta i risultati sono figli (anche) delle circostanze. Cionondimeno, è evidente come un’eventuale vittoria allo Us Open proietterebbe l’iberico tra i grandissimi del tennis a soli 21 anni, spalancandogli ovviamente la possibilità di diventare il primo di sempre a ripetere il Surface Slam. Sempre che venga completato in questo 2024, beninteso.