Dall’11 al 22 novembre c’è un Paese che conquisterà le prime pagine dei giornali di tutto il mondo, sarà in testa nei servizi delle tv, in Rete verrà cliccato come succede alle rockstar. Quel Paese è l’Azerbaigian, nazione cerniera tra Europa e Asia, non conosciuta come dovrebbe dagli italiani, sempre alla ricerca di mete turistiche che sappiano stupire. In novembre, l’Azerbaigian - dove operano imprese italiane del settore energetico (Tecnimont, Saipem, Technip Italia, Drillmec e Ansaldo) e hanno mercato i marchi italiani della moda e del lusso -, ospiterà la Cop29, annuale conferenza sul clima dell’Onu. Ne parliamo con l’ambasciatore in Italia dell’Azerbaigian, Rashad Aslanov, che sottolinea il rapporto di fiducia e proficui scambi tra i due Paesi. Dice Aslanov: «La nostra capitale, Baku, ospiterà 178 nazioni per la conferenza. Abbiamo invitato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Siamo in prima linea nel contrasto al cambiamento climatico: la conferenza sarà un riconoscimento mondiale di fiducia verso l’Azerbaigian».
L’Italia resta, per il Paese sulle rive del mar Caspio, partner strategico, per agevolare il rapporto con Bruxelles. «La Ue», ricorda il diplomatico, «ci considera affidabili per la sicurezza energetica. Abbiamo firmato un memorandum d’intesa per raddoppiare le forniture di gas e un accordo con Georgia, Romania e Ungheria per esportare elettricità, con un elettrodotto di 1.200 chilometri sotto il mare. Congiungerà il Caspio con la costa occidentale del mar Nero, consentendo di collegarsi anche al Kazakistan, così da trasportare la sua produzione energetica verso i Paesi europei». L’ambasciatore Aslanov, 47 anni, è esperto di relazioni internazionali, con attenzione al diritto internazionale e ai diritti umani. Il suo Paese è ricco non solo di energia da vendere, ma ha stratificazioni storiche, religiose, artistiche che ne fanno uno scrigno di tesori. Con 10 milioni di abitanti, è una delle economie più solide della regione caucasica. Merito anche dei rincari sui prezzi dei prodotti energetici fossili, di cui è dotato in abbondanza, e di una politica interna economica che ha fatto scendere il tasso di povertà: dal 54 per cento nel 1993 all’odierno 4,8. Stiamo lavorando con l’Armenia per stabilire relazioni diplomatiche e la definitiva delimitazione dei confini. Questa è una nostra iniziativa. Tutto per ottenere una pace sostenibile», dice l’ambasciatore. «L’Azerbaigian si impegna a sviluppare il suo potenziale di energia rinnovabile. Stiamo realizzando quattro impianti fotovoltaici e uno eolico. Abbiamo costruito una infrastruttura di trasporto e logistica moderna. Ciò garantisce condizioni di affidabilità per le imprese italiane ed europee, per le quali rappresentiamo un corridoio verso l’Asia centrale, di importanza cruciale, dopo le tensioni sorte nel trasporto internazionale».
I numeri fanno capire meglio come il rapporto tra Azerbaigian e Italia, con eccellenti relazioni, non sia trascurabile. Il Paese caucasico ci fornisce il 19 per cento dei consumi di petrolio e il 16 per cento di gas, tramite il gasdotto Tap (Trans Adriatic Pipeline). Dal 2026 il Tap dovrebbe far affluire dal Caspio 1,2 miliardi di metri cubi aggiuntivi di gas. L’Italia è il primo partner commerciale, con il 45 per cento delle esportazioni azerbaigiane per 15 miliardi di dollari, davanti a Turchia e Grecia. «Le imprese italiane» aggiunge l’ambasciatore «possono contare sulla ricostruzione e lo sminamento postbellici del Karabakh, che farà tornare alle proprie case un milione circa di rifugiati e profughi azerbaigiani. Il disavanzo commerciale potrebbe essere riequilibrato attraverso un incremento di appalti, forniture, servizi e investimenti azerbaigiani in Italia, in energia, turismo e real estate, oggi intorno ai due miliardi di euro. Il nostro basso costo dell’energia, le incentivazioni fiscali, la disponibilità di manodopera, favoriscono la creazione di succursali da parte di aziende italiane, consentendo di esportare vostri prodotti competitivi in Asia centrale e nel Golfo». Il ministro della difesa Guido Crosetto in giugno ha incontrato il presidente azerbaigiano Ilham Aliyev. È stato siglato con Leonardo un contratto per la vendita di due aerei militari per trasporto tattico e collaborazione nel campo dell’addestramento. «Stiamo sviluppando la nostra capacità di difesa e stiamo collaborando anche con la Nato» spiega Aslanov. Ma sono anche i rapporti culturali tra i due Paesi che hanno un ruolo centrale. Lo ha ricordato il presidente Mattarella qualche anno fa, all’Università Azerbaijan Diplomatic Academy di Baku.
Dice Aslanov: «L’anno prossimo sarà inaugurato il campus dell’Università Italia-Azerbaigian a Baku, nata dalla collaborazione tra la nostra università Ada e le vostre Luiss, Politecnico di Milano, La Sapienza di Roma, l’Alma Mater di Bologna e Politecnico di Torino. Le lauree potranno valere in entrambi i Paesi». Aslanov è orgoglioso del Centro culturale in ambasciata, dedicato all’esposizione di tappeti, arazzi e artigianato azerbaigiano. Servirà a far meglio conoscere un Paese che già Marco Polo narrò nel suo Milione.