Le cause che hanno portato al crollo dei mercati azionari tra il 2 e il 5 agosto sono molteplici. Ci sono stati i pessimi dati USA di luglio sull’occupazione, pubblicati venerdì 2 agosto (l’economia statunitense è stata la Grande Speranza Bianca mentre le principali economie europee affondavano). C’è stato il piccolissimo passo verso una normalizzazione dei tassi giapponesi, passati da zero a 0,25, aumento minimo che però ha scatenato le vendite dei trader che si erano indebitati in yen per investire in dollari (carry trade).
Un altro fattore del crollo di valore delle azioni è stato l’enorme calo di lunedì dei titoli Intel. Perché? Perché l’azienda, che aveva appena ricevuto un finanziamento di 8,5 miliardi di dollari dal CHIPS and Science Act per sostenere nuove linee di produzione di semiconduttori avanzati, ha invece annunciato di voler licenziare 19.000 dipendenti su un totale di 116.000. Le sue azioni sono crollate del 25% in un paio di giorni. È così che funzionano gli “investimenti in infrastrutture high-tech” nella Bidenomics?
Un effetto di tutto ciò: le rendite dei titoli del Tesoro americano sono schizzate in alto, escludendo solo i titoli a più breve scadenza (6 mesi, 3 mesi), e indovinate un po’? Il tasso di finanziamento overnight garantito (SOFR) della Federal Reserve è ora di gran lunga superiore a tutti i tassi dei titoli del Tesoro. Le banche e i fondi del mercato monetario tendono ora a ritirarsi completamente dagli investimenti nell’economia, limitandosi ad accumulare riserve di capitale, le riserve in eccesso e le riserve nella Standing Overnight Repo Facility della Fed, che guadagnano questo elevato SOFR dalla Fed.
Ora le voci infuriate di Wall Street chiedono una riunione d’emergenza del Federal Open Market Committee (FOMC) per tagliare i tassi, e accusano la Fed di aver commesso un terribile errore rimandando un taglio dei tassi dalla riunione della scorsa settimana al prossimo FOMC di settembre.