Quante volte lo aveva fatto, quante volte si era lanciato giù, nel vuoto, certo di atterrare dolcemente. Eppure qualcosa è andato storto, il paracadute non ha funzionato bene ed è precipitato inesorabilmente verso il suolo a circa 110 km/h.
È successo a Kirk Trainor, di Middlesbrough, che lo scorso maggio si è messo l’imbracatura di salvataggio, ha chiuso bene il paracadute ed è saltato dall’aereo. L‘inesorabile corsa verso la terraferma non è stata però attutita dal telo: il meccanismo che rallenta la discesa, infatti, non ha funzionato e lui si è schiantato a terra. “Sono fortunato a essere vivo – dice ora Kirk -. La mia mano è scivolata dal toggle che frena il paracadute mentre stavo per atterrare e non ho avuto tempo prima di colpire il suolo. Sono atterrato con i piedi per primi e tutta la forza dell’impatto è andata nella parte bassa della mia colonna vertebrale, appena sopra il lombare. Le mie gambe hanno smesso di funzionare e ho capito che era grave”.
Tornare a camminare, per Kirk, sembra un’impresa ardua, quasi impossibile. E i suoi amici, per questo, hanno lanciato una raccolta fondi che ha già ottenuto 14mila sterline in pochi giorni.
“‘La mia lesione più critica è stata il danno al midollo spinale che ha causato la paralisi degli arti inferiori senza movimento dall’ombelico in giù”, ha aggiunto Trainor. Sarà quindi necessario un terapia sperimentale, un trapianto di cellule staminali, che serviranno a rigenerare le fibre nervose nel midollo spinale danneggiato. Nel frattempo, però, la sua vita è su una sedia a rotelle.
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