TRIESTE «Abbiamo completato anche la parte commerciale, adesso termineremo quella residenziale dove dobbiamo ancora collocare 18 appartamenti». A parlare della riqualificazione all’ex Maddalena è Francesco Fracasso, l’imprenditore veneziano al quale risalgono alcune delle più importanti operazioni di rigenerazione urbana triestina (ex Universaltecnica, ex Dino Conti, ex Maddalena, ex Holt, in futuro ex Manifattura).
Giovedì mattina sarà inaugurato il quarto dei quattro fori commerciali creati nell’area dove una volta sorgeva la struttura sanitaria: ecco il negozio Kik, catena tedesca che vende prodotti tessili. Si affianca ai già funzionanti Caddy’s e Isola del Tesoro, oltre alla clinica veterinaria.
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Senza contare, ovviamente, l’Eurospar, a rappresentare la punta di diamante di un complesso la cui realizzazione ha creato un valore complessivo - calcola Fracasso - di circa 50 milioni di euro. Molto di più rispetto al piano iniziale predisposto nella primavera del 2018, quando l’imprenditore veneziano prese in mano la disastrosa situazione determinata dalla cordata General Giulia 2: allora Fracasso parlava di 30 milioni, poi l’impegno è lievitato. Gli obiettivi - argomenta - sono stati in gran parte raggiunti: grande distribuzione, residenziale, parking, viabilità, verde.
Al Comune sono andati la bretella Marenzi-Costalunga, l’area green tra Molino a vento e Marenzi. Sono stati “asserviti” (limitato il godimento della proprietà da parte del privato a favore del pubblico interesse) 81 posti auto e 15 stalli al piano -1, parcheggi dati in concessione alla Htm Nordest, società di Fracasso.
«Ho ancora una settantina di posti auto affittabili», commenta l’imprenditore, ricordando le tariffe agevolate a vantaggio dei residenti in un raggio di 500 metri.
Fracasso, per prudenza e scaramanzia, non ne parla ma la linea di attenzione nel quadrante triestino è rivolta alle prospettive dell’ex Manifattura, possibile “candidata” ad accogliere il Mercato dell’ortofrutta e quello ittico. Operazione complessa, che potrebbe passare attraverso un “do ut des” con il Comune (vedi l’attuale sito dell’Ortofrutta in Sacchetta) tutto da costruire. Se ne era parlato due-tre anni fa, poi l’apparizione dell’ipotesi Prosecco, pilotata dall’Autorità portuale, aveva allontanato quella soluzione. Che oggi torna di moda.
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