A colpo sicuro i carabinieri della Compagnia di Este sono piombati all’alba di martedì 6 agosto nell’abitazione di Simone Fornasiero a Marendole di Monselice in via Motta.
Una volta arrivati, hanno sequestrato una piantagione di marijuana formata da una cinquantina di piante, tutte curate con grande attenzione, oltre a ventimila euro in contanti.
Per Simone Fornasiero, 46enne, sono scattate le manette: il reato contestato è detenzione di sostanze stupefacenti a scopo di spaccio.
Dopo la notte in una cella di sicurezza per lui, stamane, ci sarà il processo per direttissima davanti al giudice padovano Vittoria Giansanti su richiesta del pubblico ministero Andrea Zito titolare dell’inchiesta.
Alle 6 del martedì 6 agosto una serie di pattuglie dell’Arma si presentano davanti all’ingresso di via Motta 51 nella frazione monselicense ai confini con il territorio di Este.
L’abitazione dove i militari si sono diretti è una vecchia casa di campagna a ridosso della strada ma ben protetta da siepi e piante che blindano tutto ciò che si trova all’interno della proprietà.
I carabinieri sanno bene quello che cercano. Al proprietario non resta che aprire, altrimenti i militari entrano ugualmente. Simone Fornasiero, chiamato Ciccio dagli amici, non ha scelta e apre il cancello.
Immediatamente viene eseguita una perquisizione ed è scoperta la piantagione di marijuana parzialmente coperta da una serra per garantire le condizioni climatiche necessarie a far crescere le piante.
Poi, oltre al giardino e alle adiacenze, anche l’alloggio viene passato al setaccio e sono sequestrati ventimila euro in contanti di cui Fornasiero, ex meccanico e ufficialmente privo di un’altra occupazione, dovrà giustificare il possesso.
L’uomo è trasferito nella caserma estense per la fotosegnalazione e chiuso in una cella di sicurezza: il processo sarà il 7 agostob alle 11.30 nel tribunale di Padova; a difenderlo l’avvocato Sofia Bozzolan.
È probabile, comunque, che la difesa chieda il rinvio dell’udienza per studiare le carte dell’indagine. Da giorni il 46enne era tenuto sotto sorveglianza dai militari.
Periodicamente vengono impiegati droni e telerilevamenti per il controllo capillare del territorio, in particolare per verificare l’esistenza di piantagioni di marijuana individuate grazie a queste nuove tecnologie investigative benché non di grandi dimensioni.
L’abitazione di Fornasiero è in aperta campagna e piuttosto isolata, situazione ideale per poter coltivare quelle piante in tutta tranquillità. Resta da capire se l’inchiesta possa portare ad altri sviluppi.