C’è un giocatore che nell’immaginario collettivo rappresenta l’elemento del nuovo roster della Pallacanestro Trieste 2024/25 più intrigante da scoprire?
Certamente Jarrod Uthoff, 31enne nativo dello Iowa, con un fratello maggiore Dale e tre sorelle Erika, Jenna e Valerie. Laureato in economia nel 2015, ha poi messo a disposizione i suoi 206 centimetri per una grande esperienza universitaria (negli Iowa Hawkeyes ndr.), un assaggio di Nba (Dallas, Memphis e Washington), un’esperienza europea di livello con lo Zenith di San Pietroburgo (Eurocup), per poi sbarcare nel ricco campionato giapponese (ultima stagione da oltre 13 punti per partita).
È un numero “4” straordinariamente duttile, in quando abile trattatore di palla, educato tiratore (da qualsiasi posizione e con un’ottima meccanica), con un arsenale offensivo importante. La tipologia è quella ricercata in campionati europei, perché può abbinarsi a diversi quintetti; giocatori simili negli ultimi anni sono stati l’ungherese Marko Filipovity (Pesaro) o l’estone Sim Sander Vene (Varese), uomini in grado di attaccare il ferro mettendo palla a terra o colpire da oltre l’arco dei tre punti.
Curioso è anche il caratteristico tiro “alla Dirk Nowitzki”, in arretramento su una gamba sola, avendo vestito, come il tedesco, la canotta dei Dallas Mavericks nella Nba. Non è sicuramente un uomo da “sportellate” in area pitturata come fu Andrejs Grazulis, in quanto più abile nello sfruttare l’agilità rispetto ai pari ruolo.
Altra caratteristica non trascurabile è la competente lettura del gioco, elemento che innalza la potenzialità offensiva di Trieste. Duttilità significa anche opportunità per coach Cristian, Uthoff può essere inserito in un quintetto altissimo come “3” assieme a Brooks e Johnson, ma anche come possibile “4” con Brooks da “5” per rapide transizioni sui 28 metri di campo. Su diversi siti specializzati si parla di Jarrod Uthoff come possibile sorpresa del campionato di serie A, in virtù di una evidente facilità nel trovare il canestro, sempre in un contesto di gioco di squadra e mai forzando situazioni. L’idea poi che, nel reparto esterni, ci siano sapienti distributori di palloni battendo la prima linea, accresce enormemente il suo potenziale (sulla carta) in vista della nuova stagione. —
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