Nuove scintille tra Israele e Turchia. Il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, ha convocato il numero due dell’ambasciata turca in Israele per una protesta dopo che la rappresentanza diplomatica a Tel Aviv ha esposto la bandiera a mezz’asta per l’uccisione a Teheran del capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh. “Israele non accetterà manifestazioni di partecipazione al lutto per un assassino come Haniyeh – afferma Katz in una dichiarazione diffusa dal suo ufficio e rilanciata dal Times of Israel – Se rappresentanti dell’ambasciata vogliono partecipare al lutto, vadano in Turchia e lo facciano con il loro padrone Erdogan. Che abbraccia l’organizzazione terroristica di Hamas e ne sostiene le azioni sanguinarie”.
Il presidente turco Erdogan, infatti, ha proclamato per oggi una giornata di lutto nazionale in concomitanza con i funerali in Qatar di Haniyeh, con l’obiettivo dichiarato della “solidarietà con la causa palestinese e con i nostri fratelli e le nostre sorelle palestinesi”. Foto dell’ambasciata turca a Tel Aviv con la bandiera a mezz’asta imperversano da ore sui media israeliani. E non è mancata neanche la reazione di Itamar Ben-Gvir, ministro per la Sicurezza nazionale del governo di Benjamin Netanyahu. “I rappresentanti dell’ambasciata turca in Israele sono invitati a rimuovere completamente la bandiera e a tornare a casa”, ha scritto su X il ministro, esponete dell’estrema destra. “Vergognoso”, ha aggiunto.
Intanto in Israele scatta la corsa alle scorte di viveri. A Gerusalemme, racconta la rete, il comune ha diramato istruzioni su cosa fare in caso di attacco, indicando una serie di rifugi antiaerei e di parcheggi da utilizzare come ripari. Novanta secondi è il tempo per raggiungere i rifugi. E agli abitanti viene suggerito di “pulire e preparare i rifugi in anticipo”, di fare scorte di acqua e cibo per almeno tre giorni, acquistare medicinali e anche torce. Perché, secondo la guida di cui dà notizia la Cnn, “interruzioni della corrente elettrica potrebbero durare diversi giorni”. E bisogna esser pronti a “restare nei rifugi antiaerei per diversi giorni”.
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