“So che non mollerai, Angela, e so che un giorno guadagnerai con sforzo e sudore quello che meriti. In una competizione finalmente equa”. Così la premier Giorgia Meloni postando sui social la foto che la ritrae con l’azzurra costretta ad abbandonare il match contro l’algerina Imane Khelif dopo solo 47 minuti. Meloni, nel corso della sua giornata a Casa Italia densa di emozioni forti (con altri due ori conquistati dagli azzurri) ha incontrato l’atleta italiana, protagonista suo malgrado da giorni per l’incontro di oggi con l’atleta algerina squalificata ai mondiali 2023 per i livelli troppo alti di testosterone, ma ammessa dal Cio alle Olimpiadi di Parigi. Il colloquio, alla presenza del ministro dello Sport, Andrea Abodi, si è tenuto nell’impianto del judo dove la Meloni ha seguito la sfida per l’oro di Alice Bellandi, poi conquistato.
“Non era una gara ad armi pari”, aveva commentato a caldo la premier appena terminata la brevissima sfida sul ring per il ritiro di Angela Carini. “Su questa materia – ha detto alla stampa – non sono d’accordo da anni con il Cio. Non ero d’accordo con la scelta del 2021, non sono d’accordo oggi. Ringrazio Angela per come si è battuta anche se non siamo riusciti a vederla, abbiamo visto solo dei piccoli flash… Ritirata? Mi dispiace ancora di più questa non era una gara ad armi pari“.
Nessun pregiudizio ideologico, tanto meno crociate politiche, a parlare sono il buon senso e la scienza. Meloni racconta che già nel 2021 FdI presentò una mozione “per segnalare le conseguenze che questo poteva avere, perché è un fatto che con i livelli di testosterone presenti nel sangue dell’atleta algerina la gara in partenza non sembra equa. C’erano anche profili legati alla sicurezza. E – ha aggiunto – penso che bisogna anche fare attenzione nel tentativo di non discriminare, a discriminare, perché sono anni che tento di spiegare che alcune tesi portate all’estremo rischiano di impattare soprattutto sui diritti delle donne”.
La sfida di oggi, valida per gli ottavi di finale della categoria -66 kg, è durata qualche decina di secondi. L’azzurra, dopo un paio di scambi, è tornata al proprio angolo per farsi sistemare il caschetto. Poi, dopo aver scambiato pochi colpi, ha incassato un destro violentissimo ed è tornata di nuovo nel proprio corner scuotendo la testa per poi farsi sfilare il caschetto e ritirarsi. Dopo l’annuncio del verdetto, la Carini non ha risposto al gesto di saluto dell’avversaria. Poi in lacrime è crollata a terra in ginocchio, mentre l’algerina salutava l’angolo dell’azzurra.
“Io non sono nessuno per giudicare questo match. Per me va bene così, io sono salita sul ring, l’ho fatto per mio padre, fino all’ultimo, poi scusatemi ma io ci ho messo tutta me stessa”, dice in lacrime l’atleta italiana ai microfoni della Rai. “Ero salita sul ring per combattere. Non mi sono arresa, ma un pugno mi ha fatto troppo male e ho detto basta”. Poi ha aggiunto che si è inginocchiata per il suo papà.
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