Autovelox spacciati per omologati quando di fatto sono stati solo approvati.
Si tratterebbe quindi di falso in atto pubblico e per questo l’avvocato Fabio Capraro vicepresidente nazionale dell'associazione Migliore tutela, ha presentato tre denunce per altrettanti Comuni della Marca. E il numero degli esposti sarà, quasi per certo, destinato ad aumentare.
«Dichiarare che gli autovelox, siano essi mobili o fissi, siano omologati, quando invece sarebbero solamente approvati significa non scrivere informazioni veritiere in un atto pubblico» tuona l’avvocato Capraro, che aggiunge: «Con questa dicitura significa trarre in inganno l’utente perché fino a prova contraria l’apparecchiatura non è a norma di legge».
Secondo il vicepresidente di Miglior tutela, questo sarebbe un atto gravissimo, un reato che per legge potrebbe essere anche punito con una penda da 3 a 10 anni di reclusione. Insomma, gli automobilisti non si lasciano intimidire dagli escamotage dei Comuni.
«Prima poteva esserci un alibi, ora esiste un’ordinanza della Cassazione: approvazione non significa omologazione gli autovelox risultano pertanto ancora fuori legge». L’avvocato poi si concentra sul ruolo che questi possono avere sulla strada: «Questi non possono essere gli unici deterrenti: per ridurre gli incidenti stradali i Comuni e le forze dell’ordine possono aumentare le pattuglie e fari più controlli, questo sarebbe utile per prevenire gli incidenti, ma anche per intercettare ladri e rapinatori per le strade delle città».
Di pari passo si sta muovendo anche Altvelox, associazione tutela utenti strada, ha presentato ieri ai carabinieri di Sedico una denuncia querela per il presunto uso improprio dell'autovelox di via Kennedy a Riese PioX, apparecchio noto per essere finito, nell'inverno scorso, nel mirino di Fleximan e poi ripristinato a febbraio.
Secondo l'associazione il velox non sarebbe omologato e tra i querelati sono finiti il sindaco Ombretta Basso, il comandante della polizia locale dell'Unione dei comuni Marca Occidentale, Davide Bertoncello, il Prefetto di Treviso, Angelo Sidoti, oltre ad altri due agenti della polizia locale, un vice-commissario ed un vice-istruttore.
I reati per cui Altvelox si è rivolta alla giustizia tra gli altri sono truffa e falso in atto pubblico del codice penale. Non solo dall’Altvelox fanno sapere che: «Nei prossimi giorni sarà depositata una denuncia querela anche per il sindaco di Treviso e Organi apicali collegati».
Il Comune di Silea invece non si ferma: per il momento, gli autovelox, si tratta di sole postazioni mobili presidiate da una pattuglia, rimarranno accesi e funzionanti, sia con contestazione immediata sia senza. Questa la decisione della Giunta comunale che, in attesa di indicazioni ministeriali, ha scelto di non apportare modifiche al modus operandi sin qui attuato in nome della sicurezza stradale, impegnandosi tuttavia a monitorare la situazione dei ricorsi con cadenza mensile.
Rinunciare a questa attività di controllo significherebbe per Silea una riduzione di circa il 30% degli introiti provenienti da infrazioni Codice della Strada, stimato pari a circa 20-30.000 euro annui. «Manteniamo attivi gli autovelox in primis perché sono un deterrente che aiuta a garantire la sicurezza stradale, che è la nostra principale preoccupazione e va oltre il timore dei ricorsi», spiega il sindaco di Silea Rossella Cendron, «Mi chiedo, perché per una normativa vacante dovrebbe rimetterci la sicurezza dei cittadini?» .