Slitta dal 31 luglio al prossimo 15 settembre il pagamento della quinta rata della Rottamazione-quater delle cartelle del fisco. Lo spostamento della scadenza è stato approvato nell’ultimo Consiglio dei ministri, accogliendo la richiesta arrivata, durante l’esame per il parere parlamentare, dalla commissione Bilancio del Senato. La norma è contenuta nell’articolo 6 dell’ultimo decreto legislativo in cui sono inserite le modifiche ai precedenti provvedimenti attuativi della delega fiscale.
Il provvedimento – hanno spiegato fonti di governo – seguirà il suo corso in vista della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale prevista nei prossimi giorni e per lo slittamento non serviranno ulteriori norme da approvare con decreto legge. La scadenza e i suoi nuovi termini riguardano i contribuenti che avevano avviato la regolarizzazione per le cartelle esattoriali di tributi, contributi ma anche multe. Il mancato versamento, che senza la nuova data sarebbe arrivato in pieno periodo estivo, avrebbe comportato l’inefficacia della sanatoria.
Invece a questo punto, è certo – rassicurano le fonti – che chi non pagherà entro fine luglio (o comunque entro il 5 agosto, considerando i 5 giorni di tolleranza per i quali il versamento viene considerato tempestivo) non vedrà decadere la propria regolarizzazione né subirà sanzioni aggiuntive. L’appuntamento con la quinta rata è ora fissata al 15 settembre anche se i contribuenti, sempre considerando la flessibilità dei 5 giorni prevista dalla normativa fiscale, avranno tempo per il pagamento fino al 20 settembre compreso.
“Ancora una buona decisione del governo Meloni in nome dell’equità e della giustizia fiscale e dalla parte dei cittadini”, ha commentato il deputato di FdI e membro della Commissione Finanze, Guerino Testa. Lo slittamento, ha aggiunto, consente “ai contribuenti di far fronte alle altre scadenze di luglio e dà un po’ di fiato alle famiglie, anche in vista delle ferie estive”. “Questo governo non arriverà mai a dire che le tasse sono bellissime, come esclamò un ministro dell’Economia della sinistra, perché non lo pensa, ma se il cittadino può essere aiutato non saranno certo esecutivo e maggioranza – ha concluso Testa – a non venire incontro alle sue esigenze”.
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